È almeno la terza volta, in poche settimane, che il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio torna sulla volontà di voler cancellare la riforma della scuola.
Intervenendo a Palermo, il 9 luglio, nel corso della kermesse siciliana proprio del Movimento 5 Stelle, Di Maio ha ribadito che “quando saremo al governo aboliremo la riforma della scuola, il Jobs act e la legge Fornero”.
Giusto un mese fa, lo stesso Di Maio aveva detto che solo il M5S avrebbe il pieno mandato per cancellare la Buona Scuola, poiché non è stata votata dai grillini.
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Proprio sulla riforma della scuola varata dal Governo Renzi, il M5S ha avviato una sorta di referendum, riservato agli iscritti, per capire quali sono le priorità su cui mettere mano. Magari, già da subito, attraverso dei progetti di legge che andrebbero almeno a ridurre la portata dei provvedimenti introdotti con la Legge 107/15: tra i temi più invisi alla “base” del partito, come si poteva immaginare, figurano la chiamata diretta, il bonus merito, gli ambiti territoriali e le assunzioni su scala nazionale anziché provinciale.
Nel corso della sera, Di Maio, parlando del reddito di cittadinanza, ha anche fatto un riferimento al reddito di cittadinanza, un altro degli argomenti più gettonati dal M5S e dal sul leader Beppe Grillo: “il giorno in cui si fa il reddito di cittadinanza scompare il voto di scambio e loro muoiono”, ha tirato corto il vicepresidente della Camera. Su come si farà a finanziare un impegno così importante, anche per via dell’alto tasso di disoccupazione italiano, però ancora non c’è piena chiarezza.
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