Il leader della Gilda lo ha detto ieri alla manifestazione proclamata dai sindacati della scuola contro la legge di stabilità.
“Un rinnovo del contratto soltanto sul fronte normativo sarebbe una fregatura: non siamo disposti a un aumento del carico di lavoro senza un incremento dello stipendio o per qualche spicciolo in più. Nelle scuole non ci sono fannulloni ma lavoratori a tempo pieno che ogni giorno, tra enormi difficoltà, mettono in campo professionalità e passione”. Ad affermarlo è stato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, durante il suo intervento questa mattina al teatro Quirino di Roma in occasione della manifestazione proclamata insieme con Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola e Snals Confsal per chiedere la modifica della legge di Stabilità.
Sul palco, di fronte a una foltissima platea di docenti arrivati nella capitale da tutta Italia, Di Meglio ha citato il recente rapporto Eurydice da cui risulta che gli stipendi degli insegnanti italiani sono tra i più bassi d’Europa. “Se gli scatti di anzianità venissero aboliti, la busta paga resterebbe ferma a 1200 euro per tutta la carriera e ciò significherebbe essere proletarizzati. Percepire uno stipendio basso vuol dire anche non godere di alcuna considerazione sociale. Il contratto delle colf, prevede uno scatto biennale del 2,5% mentre a noi insegnanti viene detto che i gradoni sono un privilegio”.
Per pagare lo scatto del 2012, il coordinatore nazionale della Gilda ha ricordato che mancano risorse per 200 milioni di euro, “un’inezia rispetto allo spreco di soldi perpetrato dalla politica con i suoi costi esorbitanti. Ci auguriamo che il governo trovi queste risorse per evitare di toccare il fondo d’istituto, una soluzione – ha sottolineato Di Meglio – che rappresenta l’ultima spiaggia”.
Di Meglio ha affrontato anche il dramma dei precari, affermando che “è inaccettabile risparmiare sulle loro ferie: a questi colleghi va riservato lo stesso trattamento degli insegnanti di ruolo”.
La manifestazione al teatro Quirino è stata preceduta da un sit in in piazza Monte Citorio al quale hanno partecipato alcune centinaia di docenti e i deputati Nicola Fratoianni (Sel) e Maria Coscia (Pd).
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