Politica scolastica

Di Meglio (Gilda): “Nella scuola italiana è diventato difficile lavorare. Rischio di avere aule digitali con i tetti che cadono”

Oggi, 14 dicembre, a Roma, alle ore 10, presso la Sala Convegni Bernardino da Feltre (via Orti di Trastevere, 6), si svolge il convegno “Un’agenda scuola per il futuro del Paese” dove i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali, Cisl Scuola, Snals e Gilda degli Insegnanti Ivana BarbacciElvira SerafiniRino Di Meglio, fanno il punto sui temi al centro dell’iniziativa sindacale per il rilancio di una politica di forti investimenti nel settore dell’istruzione, dialogando su questi temi con Carlo Cottarelli. All’iniziativa intervengono Luigi Sbarra, segretario generale della CISL, e Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale CONFSAL.

Dimensionamento, l’Italia è pronta a scuole grandissime?

Mentre Barbacci ha discusso di stipendi dei docenti e Serafini in merito alla loro formazione, Di Meglio ha toccato altri temi: “Il problema è che nella scuola italiana è diventato difficile lavorare, le retribuzioni sono basse. Valutare i docenti? Da chi, dai dirigenti, dalle famiglie, dagli studenti? Sembra fantasioso. Ci vuole un sistema serio, con valutatori competenti. Ci vuole un Governo che progetti il futuro, una vera Agenda per il futuro, assumendo persone capaci di valutare.

“Poi ci sono problemi di sprechi. Ci sono stati dati fondi Pnrr, ma c’è il rischio di trovarsi con aule digitali e il soffitto che cade addosso ai docenti. Se affidiamo gli interventi di edilizia alle autonomie locali è  un problema. Un Governo serio dovrebbe ripensare questo problema e che strutturalmente così non funziona. L’Italia ha coscienza del fatto che sta creando scuole grandissime accorpate? Come si svolgeranno i collegi docenti? A mio avviso si creerebbero situazioni difficili e difficilmente gestibili. Il docente italiano sta moltissimo tempo a scuola fuori dalle ore contrattuali, per questioni diverse dall’insegnamento, molto più degli altri Paesi”, ha concluso.

Edilizia scolastica, il rapporto Cittadinanzattiva

Il XXI Rapporto sulla sicurezza delle scuole è stato presentato a settembre a Bologna nell’ambito della VIII edizione del Festival della Partecipazione da Cittadinanzattiva, che per la prima volta presenta anche i dati di un monitoraggio pilota svolto in 18 sedi universitarie di Bologna, Cagliari, Napoli e Roma.

Ecco alcuni dei dati emersi dall’indagine: gli edifici scolastici italiani attivi sono 40.133 e, nell’anno scolastico 2022/23, hanno accolto 7.286.151 studenti, dei quali più di 795 mila (11%) non hanno la cittadinanza italiana sebbene due su tre siano nati in Italia. 

Circa 290 mila gli alunni con disabilità (4%), in aumento rispetto all’anno precedente. Eppure due scuole su tre hanno ancora barriere architettoniche; soltanto il 17% ha segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia e l’1,5% ha mappe a rilievo e percorsi tattili.

Nonostante la denatalità abbia avuto un grosso impatto già nel 2022-2023 facendo registrare complessivamente 121 mila studenti in meno rispetto all’anno precedente, soprattutto tra i 3 e i 14 anni (-105.154) permane il fenomeno delle classi sovraffollate: in media più di una su cento, ma fino a cinque classi su cento nelle scuole superiori accolgono un numero di studenti superiore a 27. Sono state chiuse 115 scuole o, meglio, punti di erogazione del servizio, nell’anno scolastico appena trascorso a seguito dell’accorpamento degli istituti.

Laura Bombaci

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