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Di Meglio (Gilda): “Troppe lacune nel contratto sulla Ddi, restiamo contrari”

La Gilda degli insegnanti è tra i sindacati che non hanno firmato il contratto sulla didattica digitale integrata. A rafforzare questa scelta, la sigla del coordinatore Rino Di Meglio ha condotto un sondaggio sulla Ddi coinvolgendo 5269 docenti con un questionario online. Un campione consistente, da cui emerge la condivisione della scelta sul no al contratto.

I dati forniti dalla Gilda dicono di un 81% degli intervistati favorevole alla decisione. Il 63,4% afferma che “la didattica a distanza non è scuola”. L’83,2% si oppone alla reperibilità oltre la fascia oraria stabilita dalla contrattazione di istituto richiesta spesso dai dirigenti scolastici.

Docenti contrari per l’80% all’obbligo di recuperare gratuitamente i minuti di lezione non effettuati durante l’emergenza e con la Dad, e per il 67% alla formazione alla Dad fuori dall’orario di lavoro e non retribuita.

Sugli strumenti informatici, il 46% è contrario all’uso dei propri dispositivi e della propria connessione Internet per svolgere la Dad, così come in larga parte i docenti coinvolti sono contrari all’esclusione dei docenti precari riguardo la card da 500 euro riservata ai titolari di cattedra.

Più equilibrate le percentuali sulla sorveglianza della classe in presenza da parte del docente mentre il collega in quarantena fiduciaria insegna a distanza. Il 44% è contrario, il 37% perplesso.

Contattato dalla Tecnica della scuola, il leader della Gilda Rino Di Meglio ha commentato così: “Il sondaggio è chiaro. I docenti coinvolti condividono la scelta. Siamo contrari per vari motivi, non si può preparare un contratto in due giorni, l’argomento è delicato, ci vuole più tempo, manca ad esempio l’applicazione del decreto legislativo 81 sulla sicurezza, non si è inserita la pausa di 15 minuti ogni due ore sulle lezioni e non ci si è soffermati sulle procedure. Speriamo tutto torni come prima, così il contratto decadrà automaticamente. Abbiamo chiesto l’impegno del ministero sulla card ai docenti precari, non si può continuare con questa discriminazione. Sul referendum ho sentito il coordinatore della Uil Scuola. Penso sia problematico visto il momento attuale con le scuole chiuse, servono seggi. Non vorremmo esacerbare gli animi”.

Sul contratto della Ddi rimangono varie le posizioni. La Uil Scuola ha proposto un referendum sulla didattica a distanza che dia voci ai lavoratori. La Cisl Scuola ha annunciato, non più tardi di qualche giorno fa, una possibile mobilitazione generale del lavoro pubblico per il rinnovo dei contratti.

Daniele Di Frangia

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