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Di Meglio (Gilda): vogliono ‘proletizzare’ i docenti, ma ci opporremo con tutte le armi

I docenti italiani sono sempre più poveri. Il sindacato intende battersi contro il rischio della ‘proletarizzazione’ della categoria. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, nel corso di un intervista di fine anno pubblicata su You Tube.
“Particolarmente grave è l’attacco agli scatti stipendiali degli insegnanti – dice Di Meglio – soprattutto se si pensa che all’inizio della carriera guadagnano sulle 1.200 euro: una retribuzione molto bassa, impoverita ulteriormente dall’inflazione. Anche chi lavora in un bar guadagna di più”. E, francamente, “è difficile sorridere ai propri alunni in queste condizioni, come invece si dovrebbe fare”.
Di Meglio ricorda che “è per questo motivo che ci siamo attestati in difesa degli scatti di anzianità. Che, ricordo, sono una parte della loro retribuzione. Non un qualcosa in più”, da concedere solo in determinate condizioni.
Il sindacalista della Gilda, inoltre, conferma che al pari degli altri sindacati, “che sono d’accordo con noi”, non abbiamo alcuna intenzione “di sederci al tavolo per un solo rinnovo contrattuale. Lotteremo quindi con tutte le armi possibili per tutelare la categoria”, per evitare “forme di schiavizzazione dei dipendenti pubblici”.
A proposito della carriera, il leader della Gilda ricorda che  i dati Ocse hanno dimostrato che “in Europa i docenti italiani” sono posizionati a livello più basso. Il ministro dovrebbe, a tal proposito, premiare anche gli insegnanti quando si rileva il miglioramento delle competenze degli alunni: “si tratta di una precisazione che ritengo doverosa”.
A proposito del “carattere premiale”, cui fa riferimento il Ministero, il sindacalista si pone in modo possibilista. Ma ad alcune condizioni. “Gli insegnanti, come rilevato da un nostra indagine (realizzata dalla Swg e presentata lo scorso settembre a Roma n.d.r.), sono disposti ad essere valutati”. Ma solo partendo dalla base: solo se vi siano valutatori competenti, indipendenti ed esterni alla scuola”. L’idea di far valutare i docenti dagli alunni o dalle famiglie non viene nemmeno presa in considerazione. “La prendo come una battuta”, sottolinea il coordinatore del sindacato autonomo. Ed in ogni caso “siamo disponibili ad essere valutati dagli alunni solo se il sistema sia esteso a tutti: i giudici dagli imputati, gli arbitri dai calciatori. E così via”.
Sulle assunzioni dei precari e la posizione dell’Unione Europea, Di Meglio sottolinea che “oggi quasi un insegnante su cinque entra da precario”. E ancora: “sono anni che predichiamo sulla gravissima” posizione assunta in merito “dai Governi che si sono succeduti”. Nella fattispecie, sull’abuso del precariato. E siamo stati tra i primi a denunciarlo alla Corte Europea”. E speriamo che da parte dei Governi, che negli anni “hanno bloccato il sistema”, vi sia un’inversione di tendenza creando i presupposti anche sul versante normativo a proposito del reclutamento. Bisogna prendere le misure necessarie per porre fine al sistema del precariato”, conclude Di Meglio.
Alessandro Giuliani

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