Anche la FGU-Gilda contro i 500 euro in busta paga paragonati a una elargizione per tenere buono il popolo.
“L’annuncio del ministro Giannini di voler erogare a ottobre il bonus di 500 euro nelle buste paga dei docenti ricorda la lex frumentaria in vigore nell’antica Roma, che stabiliva la distribuzione di frumento a basso prezzo”: è questo il sarcastico commento del segretario nazionale di Fgu-Gilda sulla vicenda dei 500 euro per formazione e aggiornamento.
Vicenda che, come abbiamo già avuto modo di segnalare, sta facendo arrabbiare molti insegnanti che non ci stanno a ricevere quella che considerano una elemosina o poco più.
“Se questi 500 euro verranno assegnati in busta paga – aggiunge Di Meglio – è legittimo il dubbio che saranno erosi dai meccanismi fiscali: nel caso in cui fossero soggetti a tassazione, infatti, l’Erario recupererebbe un terzo della cifra e alla fine nelle tasche degli insegnanti resterebbero circa 350 euro”.
La vicenda offre a Di Meglio l’occasione per rilanciare la richiesta di apertura della stagione contrattuale: “Invece di elargizioni di questo tipo il Governo dovrebbe riconoscere i diritti contrattuali dei docenti, i cui stipendi sono bloccati da 7 anni”.
“Ci auguriamo – conclude il coordinatore nazionale – che non si pensi di risolvere il contratto con l’elargizione di 15/20 euro mensili, tanto per svilire ulteriormente il ruolo della contrattazione”.
Intanto, in rete crescono proteste e polemiche e non è da escludere che il rifiuto del “bonus” possa diventare una delle nuove parole d’ordine del movimento anti legge 107 o almeno di una parte di esso.
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