Le difficoltà che stanno emegendo a proposito del contratto integrativo sulla mobilità non colgono di sorpresa Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“A febbraio – afferma Di Meglio – il nostro sindacato non aveva firmato l’ipotesi di accordo proprio perchè ci sembrava impronibile un contratto che modifica aspetti importanti di una legge, gisuta o sbagliata che sia (e che si tratti di una pessima legge lo abbiamo detto più volte)”
Ma allora cosa si potrebbe fare?
“La strada è una sola – risponde Di Meglio – modificare la legge in vigore e cancellare albi territoriali e chiamata diretta. L’idea di affidare una operazione del genere ad una sequenza contrattuale, come vorrebbero i sindacati confederali e lo Snals, ci sembra del tutto impraticabile”.
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E’ vero, ma cambiare una legge non è cosa semplicissima.
“Certo – spiega Di Meglio – ed è per questo che stiamo sostenendo anche la via referendaria che, nel nostro sistema è uno strumento democratico per dare la parola agli elettori in casi di questo genere”.
Il percorso referendario è lungo, ma quando saranno state raccolte le firme necessarie e la Corte Costituzionale avrà dichiarato ammissibili i referendum il Governo potrebbe intervenire autonomamente.
“Sarebbe una risposta di buon senso – conclude il coordinatore della Gilda – la soluzione potrebbe essere proprio che il Parlamento modifichi la legge ancora prima che si vada al voto, in modo da accelerare i tempi prendendo atto che la ‘Buona Scuola’ necessita di modifiche significative”.
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