E’ importante che il Governo abbia evidenziato che la scuola è centrale per il Paese e che il lavoro degli insegnanti sarà determinante nel processo di sviluppo – sottolinea il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna.
La scuola e il lavoro che vi si svolge vanno sostenuti e valorizzati.
L’ipotesi di avviare su questi temi una consultazione ampia appare condivisibile ma – mette in guardia Di Menna – attenzione a non trasformare la giusta esigenza di condivisione in un dibattito permanente. Ne abbiamo avuto già esperienza ed il risultato è stato solo di stressare scuole e insegnanti. Va invece predisposto un cronoprogramma preciso: con scadenze e adempimenti chiari e concreti.
Se il Governo vuole rendere la scuola centrale – commenta Di Menna – non può eludere scelte difficili.
E’ la vera questione politica del Paese: togliere spese inutili, eliminare gli sprechi e liberare risorse per quella che è la priorità per il futuro del Paese.
Si tratta di riportare l’Italia – continua il segretario generale della Uil Scuola – ai livelli europei. Siamo penultimi (8%), dopo di noi solo la Romania (7,4%) per il volume di spesa in istruzione rispetto all’insieme della spesa pubblica totale. La media europea è del 9,7%. C’è una tabella Eurostat che sintetizza tale situazione che deve essere bussola per il Governo.
Le due emergenze da affrontare subito sono: le basse retribuzioni e il precariato.
Sulla prima non c’è altra strada: va rinnovato il contratto e definite le risorse già nella legge di Stabilità.
Per la seconda va predisposto un piano di immissioni in ruolo e l’organico funzionale per dare stabilità al personale e al sistema.