Di Menna (Uil), su Tfa speciali ritardo inaccettabile. Le proposte

E di Menna spiega: “I Tfa sono riservati a precari che hanno lavorato almeno tre anni nella scuola. Vale la pena di sottolineare che quando il ministro Gelmini bloccò le Siss avevamo messo in rilievo l’urgenza di indire i concorsi. Invece lungaggini e rinvii hanno prodotto questo risultato: insegnanti precari, laureati, che ora devono poter prendere l’abilitazione e che comunque dovranno affrontare un concorso selettivo per l’accesso all’insegnamento. L’impressione è che poteri accademici stiano davvero esagerando senza alcun rispetto per le persone e per la loro professionalità. Le cose a guardar bene non vanno meglio neanche rispetto ai Tfa ordinari.
Un laureato per diventare insegnante deve pagare per accedere ai test preliminari e se supera la prova accede al tirocinio. E paga l’università per la parte di preparazione teorica. Si deve poi accedere ad una parte pratica. Le direzioni regionali selezionano le scuole nelle quali, i laureati che formati teoricamente vanno a formarsi praticamente con un insegnante della scuola ( per questo tipo di funzione di formazione/tutoraggio non è previsto alcun compenso, è impensabile che lo faccia ‘gratis’, le università con i soldi che prendono dai corsisti debbono prevedere una retribuzione attraverso delle convenzioni). Superato anche questo step, il laureato deve superare un altro concorso: quiz, prova scritta e orale. Se supera tutte le prove inizia ad insegnare ‘in prova’. 
Se si racconta un cosa del genere in qualsiasi Paese europeo, nessuno ci crede. In prospettiva, per il nuovo reclutamento, bisogna superare questo sistema che fa acqua da tutte le parti. A considerare uno per uno i vari passaggi si scoprono tanti eccessi: il costo, tra quiz e formazione, che deve affrontare chi intende diventare insegnante; il tempo necessario per giungere all’immissione in ruolo; il peso nelle decisioni e nelle scelte affidato alle università; la poca attenzione riservata agli insegnanti nella loro funzione di formatori dei tirocinanti". 

Tre i punti della proposta Uil Scuola:
– Non affidare tutta la gestione del reclutamento e della formazione degli insegnanti alle Università
– Concorso unico per l’accesso, come avviene per diventare magistrati. Se si passa, si diventa di ruolo. Se non si supera si può riprovare.
– La formazione iniziale affidata agli insegnanti delle scuole, retribuiti a tal scopo".

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