Stavolta il ‘dramma’ precari è giunto in Parlamento. A sollevare la questione è stato il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, attraverso un Question Time alla Camera: all’ex giudice non è andato giù il diniego del ministro Gelmini ad incontrare, ad inizio mese, i precari – come i palermitano Giacomo Russo e Caterina Altamore – perché considerati più militanti politici che veri e propri lavoratori in mobilitazione per il proprio posto di lavoro. Il Ministro aveva detto che alcune delle azioni intraprese dai precari in protesta “sono state strumentalizzate dalla politica; fra di loro presenti anche persone che non sono precari ma attivisti politici di Italia dei Valori”.
A contraddire il responsabile del Miur sono state prima le associazioni, come i Cip. Ed ora è stata la volta di Di Pietro. A capo, guarda caso, dell’Idv. “Lei mente sapendo di mentire, signor ministro, quando afferma che ha incontrato i precari. Sono ancora tutti qui fuori – ha detto Di Pietro durante il question time a Montecitorio – almeno quelli che non sono in ospedale a causa dello sciopero della fame iniziato proprio perché lei non li ha ricevuti. Vada a parlare con loro. Un ministro dovrebbe occuparsi di tutti i precari non solo di quelli di suo gradimento. Non può, infatti, considerare precari di serie B coloro che non fanno la ola al Popolo delle libertà. Il ministro dell`Istruzione ha il dovere di incontrarli tutti e di spiegare loro la reale situazione del comparto e di porvi rimedio“.
Di Pietro ha però puntato l’indice su tutta la problematica precariato. Non solo sul mancato dialogo. “Lei mente, inoltre, quando afferma che tutti hanno ricevuto il posto di lavoro – ha aggiunto Di Pietro rivolgendosi sempre a Gelmini – lei ha affermato, infatti, che occorreranno sette anni per assorbire i precari. Il governo acquisti meno cacciabombardieri (espressione già usata nei giorni scorsi dal segretario Unicobas, Stefano d’Errico, con cui l’Idv ha da oltre un anno avviato una intensa collaborazione d’intenti ndr) e metta mano al portafoglio per risolvere i gravi problemi dell`istruzione scolastica. Quegli otto miliardi di euro tolti alla scuola, inoltre, non garantiscono la sicurezza dei nostri figli e la qualità dell`istruzione in quanto la vostra stessa legge impone un tetto massimo di 26 alunni per classe. E, invece, le classi sono sovraffollate per il taglio degli insegnanti. La smetta ministro di difendere la ‘casta’ e si occupi delle fasce più deboli del Paese e dei più di centomila insegnanti che ha costretto a rimanere a casa“. Di Pietro ha quindi chiesto di “distogliere l’attenzione dal Lodo Alfano e da altre leggi ad personam (riferendosi al premier Silvio Berlusconi ndr) per dare indicazioni su come reperire i fondi per far fronte all’emergenza scolastica e garantire l’immissione in ruolo dei precari“.
Gelmini ha risposto all’interrogazione del segretario dell’Idv ribadendo, come aveva fatto il 2 settembre in conferenza stampa a Palazzo Chigi, che “i precari sono stati incontrati da me medesima fin dall’inizio del mio mandato, nonostante non ci sia un loro sindacato (e le tante associazioni di categoria, anche riconosciute dallo stesso Miur? ndr). Da parte del Governo non è mai mancata la disponibilità al confronto e al dialogo, non siamo invece disponibili a prestare il fianco a chi cerca visibilità politica e a chi sfrutta il disagio dei lavoratori per la propria battaglia politica“. La contrapposizione, insomma, rimane netta. Anzi il Question Time sembra averla acuita. E siamo ancora all’inizio dell’anno…
Di Pietro ha però puntato l’indice su tutta la problematica precariato. Non solo sul mancato dialogo. “Lei mente, inoltre, quando afferma che tutti hanno ricevuto il posto di lavoro – ha aggiunto Di Pietro rivolgendosi sempre a Gelmini – lei ha affermato, infatti, che occorreranno sette anni per assorbire i precari. Il governo acquisti meno cacciabombardieri (espressione già usata nei giorni scorsi dal segretario Unicobas, Stefano d’Errico, con cui l’Idv ha da oltre un anno avviato una intensa collaborazione d’intenti ndr) e metta mano al portafoglio per risolvere i gravi problemi dell`istruzione scolastica. Quegli otto miliardi di euro tolti alla scuola, inoltre, non garantiscono la sicurezza dei nostri figli e la qualità dell`istruzione in quanto la vostra stessa legge impone un tetto massimo di 26 alunni per classe. E, invece, le classi sono sovraffollate per il taglio degli insegnanti. La smetta ministro di difendere la ‘casta’ e si occupi delle fasce più deboli del Paese e dei più di centomila insegnanti che ha costretto a rimanere a casa“. Di Pietro ha quindi chiesto di “distogliere l’attenzione dal Lodo Alfano e da altre leggi ad personam (riferendosi al premier Silvio Berlusconi ndr) per dare indicazioni su come reperire i fondi per far fronte all’emergenza scolastica e garantire l’immissione in ruolo dei precari“.
Gelmini ha risposto all’interrogazione del segretario dell’Idv ribadendo, come aveva fatto il 2 settembre in conferenza stampa a Palazzo Chigi, che “i precari sono stati incontrati da me medesima fin dall’inizio del mio mandato, nonostante non ci sia un loro sindacato (e le tante associazioni di categoria, anche riconosciute dallo stesso Miur? ndr). Da parte del Governo non è mai mancata la disponibilità al confronto e al dialogo, non siamo invece disponibili a prestare il fianco a chi cerca visibilità politica e a chi sfrutta il disagio dei lavoratori per la propria battaglia politica“. La contrapposizione, insomma, rimane netta. Anzi il Question Time sembra averla acuita. E siamo ancora all’inizio dell’anno…