«Aspetti organizzativi e procedurali nella somministrazione dei farmaci per la continuità terapeutica e la gestione delle emergenze »: questo il comunicato che Miur e Ministero della Salute hanno diramato per venire in contro alle esigenze dei circa 12.000 bambini delle scuole affetti da diabete. Si tratta di bambini che necessitano di particolari attenzioni: controlli della glicemia, somministrazione di insulina, adeguata alimentazione alla mensa, corretta attività fisica.
Tuttavia gli interventi previsti vengono eseguiti in forma volontaria dal personale scolastico previa formazione, il solito corso di formazione per evitare di chiamare personale specializzato.
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Immediata la reazione delle associazioni pazienti « E’ impensabile che la buona volontà di un insegnante possa sostituirsi alle competenze di un medico. Certamente va accolto con interesse l’invito dei ministeri ad organizzare corsi di formazione per il personale scolastico volontario, ma questo non può rappresentare la soluzione al problema per una serie di motivi. Innanzitutto l’insegnante è presente per 5 giorni su 6 con un orario variabile tra le 18 e le 24 ore settimanali; e poi nella vita di un bambino diabetico si possono verificare situazioni che richiedono particolari cognizioni sanitarie e non maldestri tentativi di persone animate da buone volontà. Come si fa a scaricare responsabilità così gravi su chi dovrebbe insegnare storia e matematica, quando ci sono operatori della ASL regolarmente retribuiti proprio per questo scopo?».