Diabete in aumento, ma tante scuole lo sottovalutano
Cresce il numero di coloro che nel mondo abbandonano la scuola perché ammalati di diabete: secondo i medici curanti, sei bambini malati su dieci non riescono a gestire il diabete in modo soddisfacente a scuola e nove su dieci non possono contare su un infermiere nell’istituto che li aiuti durante le ore di lezione. E’ quanto emerso dallo studio Dawn Youth (Diabetes, Attitudes, Wishes and Needs) presentato da Novo Nordisk e International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes, in base al quale risulta che ogni giorno ben 200 bambini nel mondo si ammalano di questa malattia subdola e purtroppo ancora invalidante se sottovalutato. Malgrado i progressi della medicina, le conseguenze di una cattiva gestione del diabete sono spaventose: se i livelli glicemici sono troppo alti o bassi il bambino può sentirsi male, perdere la concentrazione o subire uno shock insulinico. Alla lunga, il diabete gestito male può causare gravi complicazioni cardiache o renali. Tutto ciò può essere facilmente evitato con una buona assistenza e un sostegno costante. “I bambini corrono rischi gravi e potenzialmente mortali per la mancanza di assistenza a scuola – ha detto il professor Thomas Danne, Presidente dell’Ispad – Le condizioni possono cambiare solo se i genitori, il personale scolastico e gli operatori sanitari lavorano insieme assumendosi la propria parte di responsabilità”. “Coinvolgere le famiglie e il sistema educativo, a partire dalla scuola primaria, è molto importante. I bambini dovrebbero assumere uno stile di vita che prediliga l’attività fisica e il tempo libero trascorso all’aria aperta – sottolinea Emanuela Baio, segretaria della Presidenza del Senato e membro della Commissione Parlamentare per l’Infanzia – e la scuola ha il compito di incoraggiare tali abitudini”. In Italia il fenomeno solo in rari casi comporta l’abbandono della scuola, ma c’è sicuramente molto da fare per la completa integrazione (soprattutto psicologica) di questi alunni e studenti più sfortunati.