Da settembre del 2023 l’Italia è l’unico Paese al mondo, istituendo la legge n. 130 dello screening nazionale pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia, che potrà avvalersi del supporto della rete capillare dei settemila pediatri di famiglia, che rappresentano il pilastro delle cure pediatriche sul territorio e che prenderà il via nel 2024, istituito e finanziato dalla legge, che ha l’obiettivo di identificare i casi clinicamente asintomatici attraverso una diagnosi precoce in età pediatrica.
La data, lo ricordiamo, è stata scelta per ricordare la nascita del professor Banting che, assieme al suo allievo Best, isolò l’insulina nel 1921 cambiando la storia dei malati di diabete.
Il Ministero è impegnato nell’attuazione di questa norma, che prevede anche l’istituzione di un Osservatorio nazionale sul diabete tipo 1 e la promozione di campagne periodiche di informazione e di sensibilizzazione sociale sul tema.
All’indomani della Giornata mondiale del diabete – si celebra il 14 novembre ogni anno è la Giornata mondiale del diabete (World Diabetes Day) – l’attenzione è sulla diagnosi precoce del diabete e alla prevenzione delle sue complicanze. In Italia è obiettivo primario della pediatria di famiglia per assicurare ai bambini e ragazzi che ne sono affetti la migliore qualità e aspettativa di vita e per alleggerire il peso della malattia sulle famiglie.
Sensibilizzando e fornendo informazioni, coinvolgendo le istituzioni scolastiche, per prevenire la malattia ed educando le persone a conoscerne le cause, i sintomi e le possibili complicanze sarà possibile migliorare la prevenzione del diabete e facilitare cura e gestione più efficace, rappresenta un importante punto di partenza sia per la prevenzione che per l’educazione a buone pratiche.
L’indicazione della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) è chiara: accelerare su screening Endocrinologi, infatti Il 40% delle diagnosi di diabete di tipo 1 nei bambini arriva in ritardo, quando compare un episodio di chetoacidosi, uno squilibrio metabolico grave che porta in Pronto Soccorso e può lasciare danni permanenti. Il ritardo può incidere anche sull’aspettativa di vita, che può essere ridotta di 16 anni se la malattia insorge prima dei 10 anni e non è controllata opportunamente. La Siedp fa il punto sull’importanza della diagnosi precoce del diabete di tipo 1 e sull’urgenza dell’attivazione dello screening per la patologia. Valentino Cherubini, presidente Siedp e direttore della Diabetologia Pediatrica agli Ospedali Riuniti di Ancona ha dichiarato che se la malattia ha un’insorgenza precoce e compare nei bimbi al di sotto dei 10 anni d’età, causa una perdita di 16 anni di aspettativa di vita. L’incidenza del diabete di tipo 1 è in crescita da tempo a un tasso del 3-4% annuo e ha subito un’impennata nei due anni di pandemia: di circa il 14% nel primo anno e del 27% nel secondo. In aumento anche il diabete di tipo 2, una malattia che fino a qualche tempo fa era tipica dell’età adulta e che oggi anche a causa di sovrappeso, obesità, stili di vita scorretti cresce anche negli under-20.
È abbastanza frequente incontrare uno o alcuni alunni con diabete nella propria carriera scolastica. AGD Italia è un coordinamento tra Associazioni di aiuto a Bambini e Giovani con Diabete, nato nel 1996, che sostiene ricerche raccogliendo fondi, svolge progetti e realizza documenti a supporto dei giovani con diabete e delle loro famiglie e la scuola. Queste alcune indicazioni: hanno le stesse probabilità di successo o insuccesso dei loro coetanei, lo stesso desiderio di relazione e le stesse problematiche. Non vanno quindi trattati in modo diverso. Potrebbero però aver bisogno di andare in bagno anche più volte nella mattinata, di tenere a portata di mano dolci o bibite zuccherate e – eccezionalmente – di alimentarsi o di misurare la glicemia senza attendere l’intervallo. Inoltre, l’alunno con diabete potrebbe fare qualche assenza in più rispetto alla media e in alcuni casi potrebbe non trovarsi nelle condizioni ideali di concentrazione per affrontare un compito in classe o una interrogazione.
È importante che il personale scolastico abbia nozioni fondamentali sulla malattia del proprio alunno e sulle sue esigenze terapeutiche e alimentari, sapendo come affrontare possibili situazioni d’emergenza per consentire all’allievo di vivere serenamente e con sicurezza anche a scuola.
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