“Siamo disponibili e ben felici di collaborare in un eventuale percorso di formazione del personale scolastico perché un bambino che non assume correttamente l’insulina può avere serie complicanze sia a breve che a lungo termine”. Così il presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID) Giorgio Sesti commenta la notizia dell’approvazione da parte dell’Aula del Senato, di due mozioni che hanno l’obiettivo di facilitare la somministrazione di farmaci in orario scolastico a bambini con patologie croniche come il diabete 1.
“I bambini con diabete di tipo 1, come tutti i loro coetanei, – precisa Sesti – passano a scuola la maggior parte del tempo, e nell’arco dell’orario scolastico devono effettuare almeno una delle quattro somministrazione di insulina giornaliere. Se non lo fanno vanno incontro a crisi di iperglicemia. Allo stesso tempo se fanno un po’ più di moto del previsto possono andare incontro a ipoglicemia, che può provocare tachicardia, stordimento ma anche crisi che possono provocare persino il coma”. La somministrazione di insulina e la conoscenza della malattia diabetica aiuta ad evitare questi episodi ma è necessaria la collaborazione del personale scolastico.
“Il compito, ci teniamo a tranquillizzare – conclude l’esperto – non richiede una preparazione infermieristica né medica specifica, bensì una corretta formazione sulla gestione della malattia. Se la mozione sarà trasformata in un atto governativo, garantirà la continuità terapeutica tra ambiente familiare e scolastico”.
Il fatto, sottolinea, è che “esiste una barriera nella scuola che nasce da una semplice non volontà di essere educati a gestire quel minimo di emergenza dell’eventuale rischio di ipoglicemia nel corso del trattamento insulinico e ciò crea una discriminazione gravissima”. In realtà, spiega Sesti, “ci sono semplici atti per riconoscere l’ipoglicemia nel bambino, stando ad esempio attenti al fatto che presenti sudorazione o confusione. In questo caso, l’azione immediata è la somministrazione di zucchero o, nelle forme più severe, di una iniezione di glucagone intramuscolo”.(
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