Per il secondo anno consecutivo, la Regione Sicilia ha stanziato 500 mila euro, per il biennio 2025-2026, per la realizzazione del progetto “Non solo Mizzica, Il siciliano, la lingua di un popolo“: il 2 aprile, l’assessorato regionale dell’Istruzione e formazione professionale ha emanato una circolare destinata a tutti gli istituti scolastici dell’Isola.
Sono due le tipologie di finanziamento per iniziative curriculari ed extracurriculari da realizzare nelle scuole: le azioni di “tipo A“, che riguardano tutti gli istituti, di ogni ordine e grado, da finanziare con un importo massimo di cinquemila euro ciascuna; le azioni di “tipo B“, destinate ai progetti di partenariato tra istituti superiori con un liceo coreutico-musicale nel ruolo di capofila, per un costo massimo finanziabile di 40 mila euro ciascuno.
“Con questa iniziativa – ha detto l’assessore Mimmo Turano – diamo ai nostri studenti l’opportunità di conoscere le tradizioni linguistiche e culturali della nostra terra. Sostenere percorsi di studio della lingua siciliana significa contribuire a fare memoria, tramandare conoscenza e riscoprire un patrimonio culturale unico, straordinario e dalle radici antiche“.
Le attività potranno riguardare, tra l’altro, studi e ricerche sui dialetti locali (anche in collaborazione con atenei, centri di ricerca, associazioni culturali ed esperti), poesie, detti, canti, nenie, filastrocche, ‘cunti’, secondo i diversi codici espressivi (fonici/uditivi, visivo/gestuali), incontri e giornate studio organizzati anche in forma aggregata tra più scuole.
Meta finale sarà una manifestazione pubblica con artisti siciliani, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che faranno da testimonial.
La decisione della Giunta siciliana è arrivata dopo che solo quattro giorni fa cittadini, studenti, intellettuali e alcuni amministratori locali si sono radunati in piazza, a Palermo, chiamati a raccolta dal movimento Trinacria e da diverse associazioni culturali, per rivendicare il riconoscimento ufficiale del siciliano come lingua madre e il suo status di lingua co-ufficiale della Regione, insieme all’italiano: una richiesta che intende, in pratica, replicare quanto ottenuto dai cittadini della Regione Sardegna.
I manifestanti hanno sfilato per le strade del centro di Palermo dietro uno striscione con scritto “U sicilianu è a nostra lingua, parràmulu senza vrijogna“, cantato canzoni tradizionali e letto racconti popolari in siciliano.
Sempre per la valorizzazione del dialetto siciliano, quattro anni fa l’Assemblea regionale approvò una norma ad hoc attraverso la quale diffondere la lingua e la cultura nelle scuole della grande Isola.
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