Attualità

Didacta, l’evento in cui gli specialisti si incontrano per definire la scuola del domani

La multimedialità, legata agli effettivi strumenti disponibili a livello tecnologico quali LIM ed altre forme di supporto ha cambiato il modo di fare didattica e ricercare le informazioni utili, per i docenti, alla preparazione ed alla disposizione del materiale didattico, per gli studenti, a favorire l’intima relazione tra discipline e lo spirito di ricerca. Per l’utilizzo di tali piattaforme, strumenti e tools figura una grave molteplicità di problemi, tuttora considerabili irrisolti: la formazione continua dei docenti, l’infodemia, l’attinenza eccessiva ai programmi che limita il matrix interdisciplinare, nonché i pochi fondi destinati all’innovazione tecnologica della didattica sono le questioni che gli esperti di didattica dichiarano ancora aperte. Pochi sono i docenti che fanno utilizzo delle banche dati on-line, di MoodleQuestBase ed altre piattaforme per allestire esercizi, prove scritte; limitato anche l’utilizzo delle risorse on-line offerte dalle case editrici, obbligate, dalla Nota Ministeriale relativa all’utilizzo dei supporti multimediali e dei CD, datata 28 settembre 2013, a provvedere all’allestimento di estensioni digitali per favorire una didattica ibrida afferente ai supporti fisici e digitali. L’evento in corso a Firenze presenta l’ambizioso obiettivo di delineare un nuovo quadro di sviluppo della didattica in chiave digitale, con cruciale riferimento alla transizione ecologica ed agli effetti della DAD, strumento assai discusso.

Non solo DAD: cosa si intende per didattica ibrida?

Occorre visualizzare la fisionomia globale della didattica in due sistemi che appaiono separati ma assai in comunicazione. La dimensione digitale non deve essere percepita come solo un mero fine per fare didattica per studenti e docenti dalle rispettive abitazioni, ma come una dovuta ed utilissima estensione di quello svolto in classe attraverso i supporti tradizionali. La possibilità di svolgere esercizi simulati, di poter avere una banca dati utile alla preparazione e allo svolgimento di prove scritte ed orali costituisce un mero esempio di come utilizzare tale estensione. Presso il progetto Didacta, la fiera dedicata al mondo della formazione e della didattica, si è assistito alla presentazione di tutto il potenziale delle tecnologie utilizzabili in ambiente scolastico. Dal liceo Alessandro Volta di Pescara, due studenti presentano avanzate tecnologie in dotazione scolastica: “Questa è una parete olografica, ed è l’unica in Italia attualmente ad essere in dotazione di un istituto e si può utilizzare nell’ambito della meccanica per la visione di un pezzo a 360 gradi, nell’ambito dell’anatomia per la riproduzione di ogni singolo organo umano“.

Social networks e ambiente: ampi confini per il digitale scolastico

Secondo le molteplici surveys promosse nel corso degli anni, tra cui figura di Jan Heart “Top 200 tools for learning”, si rende noto che gran parte delle tecnologie attualmente in circolazione sono utilizzabili anche all’interno della didattica scolastica, tra cui le reti sociali di cui si fa utilizzo ampiamente. Queste presentano un potenziale inimmaginabile in termini di circolazione, scambio e contatto tra nozioni, competenze ed informazioni. La tecnologia e il green vanno, in ogni caso, molto d’accordo: esiste la versione educational per la gestione dei suoli in pluricoltura gestiti rispettivamente da classi con specifici laboratori. Il Tower Garden, ad esempio, è nato da un’idea di Stephen Ritz finalizzato al recupero dei ragazzi e delle ragazze coinvolte dal fenomeno di dispersione scolastica. Gli insegnanti inoltre sarebbero in grado di proporre dimensioni didattiche interattive ed innovative funzionali anche all’accesso al mondo del lavoro. Riccardo Tavola, responsabile educational di Lenovo Italia, ha dichiarato ai microfoni di SkyTG24: “Lo studente può immergersi all’interno di un motore, può entrare all’interno di una fabbrica e di una vaporiera. Può andare a visitare una pala eolica senza avere la necessità realmente di andarci, ma con la stessa sensibilità e attenzione. Per queste ragioni ne trae una formazione molto più efficace e più sicura”.

Andrea Maggi

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