Sono diversi i punti caratterizzanti il decreto sulla scuola approvato dal Consiglio dei ministri nella giornata del 6 aprile: l’ammissione alle classi successive, gli esami di fine ciclo, con “tesina” in terza media, poi due scenari per la maturità e candidati privatisti, i concorsi da realizzare il prima possibile. E anche la didattica distanza: una didattica che, come ha segnalato in anteprima La Tecnica della Scuola, passerà dalla fase “consigliata” a quella “obbligatoria”.
Il comma 3 dell’articolo 2 del D.L. approvato, riporta infatti che “in corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione”.
Quindi, qualora l’emergenza derivante dal pericolo contagio Coronavirus dovesse oltrepassare l’attuale soglia indicata dal Governo, il 31 luglio 2020, e protrarsi a fine estate oppure anche al prossimo autunno la pratica delle lezioni on line potrebbe continuare ad essere avallata anche nel nuovo anno scolastico.
Un’eventualità che non si esclude, in particolare, nei territori dove i rischi da contagio del temibile virus saranno ancora cogenti.
Del resto, non escludere che la didattica a distanza possa essere riproposta a settembre, è stata la stessa ministra dell’Istruzione Luca Azzolina.
Rispondendo al conduttore Fabio Fazio, durante la trasmissione Che tempo che fa, andata in onda domenica 6 aprile su Rai Due, la titolare del MI ha detto: “Stiamo pensando a un piano per riprendere le scuole in modalità in distanza se si dovesse riproporre il problema Coronavirus anche in autunno. Penso al problema atavico alle classi pollaio in cui è difficile tenere il metro di distanza”.
In effetti, gli epidemiologi ci hanno più volte spiegato che una volta terminata l’attuale periodo di pericolo massimo di contagio del Covid-19, si passerà alla “Fase 2”: quella del ritorno delle attività quotidiane, durante la quale dovremo imparare a convivere con il pericolo, cercando di adottare le consuete modalità di prevenzione del contagio.
Il primo dei quali, è proprio il distanziamento di almeno un metro tra ogni individuo: una condizione che, anche ma non solo per via delle classi “pollaio”, la scuola non è in grado di assicurare.
Del resto, come abbiamo scritto, la scuola è importantissima ma non è un’attività produttiva. E un eccesso di prudenza non andrebbe biasimato: pensare che anche uno degli oltre otto milioni di alunni e studenti possa ritrovarsi ricoverato in ospedale per avere preso il Coronavirus a causa di un ritorno affrettato a scuola, sarebbe imperdonabile.
Ecco perché da settembre non si può escludere che si possa riprendere la scuola con la didattica a distanza.
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