Sulla didattica distanza c’è “una situazione a macchia di leopardo”, ma “tanti ministri europei guardano all’Italia come esempio”: lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, parlando a Radio Rai Uno nel corso della trasmissione ‘Tutti in classe’, con Paola Guarnieri.
Riferendosi ai contatti che la ministra sta tenendo in questi giorni con ministri di vari Paesi dell’Unione Europea, Azzolina ha specificato: nel momento in cui ha compreso “di non avere la certezza di quando risentiremo la campanella delle scuole suonare, ho pensato che non avevamo alternative e siamo partiti con la didattica a distanza; e i partner europei ci fanno tante domande“.
Nella stessa giornata, il 23 marzo, la stessa titolare del ministero dell’Istruzione ha ricevuto la telefonata dalla Commissaria europea per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e Gioventù Marija Gabriel.
La Commissaria ha confermato il sostegno della Commissione europea all’Italia per la difficile situazione e la piena disponibilità a fornire ogni possibile assistenza: ha quindi chiesto un aggiornamento sulla situazione, con particolare riferimento alla didattica a distanza e alla reazione del mondo della scuola all’emergenza.
“Ringrazio la Commissaria Marija Gabriel – ha poi dichiarato Azzolina -, nel corso della telefonata ho avuto modo di descrivere l’impegno del nostro Paese in queste settimane sul fronte dell’istruzione, le difficoltà che inevitabilmente ci sono, ma anche le misure adottate dal Governo con lo stanziamento di 85 milioni di euro per il potenziamento della didattica a distanza. La Commissione avvierà una ricognizione delle esigenze dei vari Paesi per offrire il proprio supporto. Occorre fare rete. Il nostro Paese non è solo”.
La mattina, sempre la ministra, aveva detto che “sulla didattica a distanza ci siamo attivati immediatamente: ci sono aspetti positivi” da parte di quelle scuole che si erano mosse da tempo, anche cogliendo l’opportunità dei finanziamenti messi in campo “e ci sono realtà più deboli a cui abbiamo provato a dare risposta mettendo varie soluzioni in campo. Non è una differenza Nord-Sud, ma è una situazione a macchia di leopardo“.
Dei problemi che si caratterizzano nel praticare la didattica a distanza, almeno in una parte degli istituti, si sono detti convinti anche il 68% dei partecipanti al sondaggio lanciato dalla Tecnica della Scuola sulla propria pagina Facebook: ritengono, infatti, che – vista la situazione di emergenza creata dal coronavirus e la conseguente sospensione delle attività didattiche probabilmente oltre il 3 aprile– gli alunni devono essere promossi, mentre sarebbe inutile prolungare le lezioni fino al 30 giugno.
“Cosa cambia chiudere a giugno? Col caldo delle nostre aule, nessuno riuscirebbe a concentrarsi e lavorare! Per favore dite la verità!“; “Tutti promossi! Sarà bellissimo vedere a settembre alunni e professori sani e salvi“, hanno commentato alcuni partecipanti al nostro sondaggio.
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