Lunga intervista a The Post Internazionale per la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Tanti i temi trattati dalla titolare del dicastero di Viale Trastevere: “Inutile negare la condizione in cui si trovava la scuola quando l’epidemia ci ha investito. Ancora troppe disparità fra un istituto e l’altro. Ma la scuola ha saputo reagire, questo va detto. Dobbiamo esserne fieri. Ringrazio tutto il personale. Come Ministro ho voluto fortemente la didattica a distanza quando siamo stati costretti a chiudere le aule”.
Sulla didattica a distanza, Azzolina rivendica quanto realizzato: “Bisogna considerare le condizioni di partenza. Lavoriamo per garantire che tutti i ragazzi abbiano una risposta. Abbiamo stanziato risorse perché le scuole potessero intervenire direttamente. Ai ragazzi e alle loro famiglie dico di avere fiduca nella scuola. Sono in contatto con tanti dirigenti scolastici, che ringrazio sempre per il lavoro che stanno svolgendo, che, insieme ai rappresentanti dei genitori, si stanno occupando di censire le esigenze delle famiglie”.
Sui fondi per la didattica a distanza (70 milioni) Azzolina dice: “Questi soldi sono già arrivati. Fondi dedicati che sono già nelle casse delle scuole. Abbiamo attivato diverse modalità: in alcuni casi sono i dirigenti scolastici a consegnare, soprattutto nei piccoli centri, altrimenti è la protezione civile che si reca a domicilio. I primi dispositivi sono già nelle mani dei ragazzi e già attivi”.
Poi un plauso a docenti e dirigenti scolastici: “Persino in mezzo alla tempesta la nostra scuola ha dimostrato di essere viva, e di reagire alle difficoltà con coraggio e – in molti casi – persino con fantasia”.
E poi: “Un professore o un maestro hanno il dovere di insegnare, per me, esattamente come un medico ha il dovere di curare. Io di questo sono profondamente convinta. E sono pronta a discuterne con chiunque. Ricevo centinaia di messaggi che mi confermano che tanti la pensano così fra genitori e docenti”.
Sulla didattica a distanza, Azzolina è chiara: “Non può essere più opzionale. È un obbligo”.
E sul ritorno in classe afferma: “Io quel giorno lo attendo come una liberazione. Ma in qualcosa saremo arricchiti: sul piano digitale”.