Dalla Segreteria Nazionale della Cisl Scuola riceviamo una nota a commento di un recente video curato dal nostro collaboratore Dino Caudullo sul tema della didattica a distanza.
Abbiamo seguito con interesse il video dell’avvocato Caudullo a commento del CCNI sulla didattica a distanza.
Una lettura attenta e competente nella quale tuttavia non ci pare del tutto convincente un passaggio, quello che individua un presunto “punto oscuro” laddove il contratto non fisserebbe un tetto massimo agli impegni orari del docente. In realtà il contratto in questione rimanda su questo all’art. 28 del CCNL, senza nulla togliere o aggiungere allo stesso, salvo per quanto riguarda le possibili pause interne all’unità oraria, su cu peraltro hanno già fornito indicazioni sia le stesse Linee Guida sulla DDI che la nota di indicazioni operative n. 2002 emessa in data 9 novembre u.s. dal Capo Dipartimento Istruzione.
Per quanto riguarda le attività non riconducibili agli obblighi cosiddetti frontali, vale quanto già contenuto nel CCNL sulle attività connesse all’esercizio della funzione docente, non tutte quantificate né facilmente quantificabili in modo generalizzato, perché legate a variabili che determinano un ventaglio assai ampio di situazioni (a seconda della disciplina, del numero di classi e alunni affidati, ecc.).
Che la didattica svolta a distanza (poco importa se in tutto o in parte) possa risultare maggiormente onerosa per quanto riguarda le attività di preparazione e di verifica delle lezioni è senz’altro vero, così come lo è il
venir meno di altri oneri e costi (in primis quelli legati agli spostamenti per raggiungere o rientrare dal posto di lavoro), cui fa riscontro il possibile incremento di altri (connessioni, dispositivi, software).
Augurandoci che tutte queste problematiche possano essere quanto prima ridimensionate da un auspicabile ritorno alla normalità di una scuola in presenza, riteniamo che le stesse vadano in ogni caso tenuti presenti nel negoziato – che auspichiamo anch’esso imminente – sul rinnovo del CCNL. Nel 2018 nessuno immaginava che potesse rendersi necessario ricorrere a forme di “lavoro agile” nella misura che stiamo purtroppo sperimentando;
anche per questo non fu colta una sollecitazione fatta al riguardo dalla CISL Scuola, ritenendo si riferisse a una fattispecie marginale e trascurabile. Opinione che nel 2021 dovrà essere sicuramente riconsiderata.