Una delle disposizioni presenti sul decreto scuola approvato il 6 aprile dal Consiglio dei Ministri riguarda la didattica distanza. Questa, secondo il nuovo decreto legge, diventa ordinaria e non più consigliata. I docenti, quindi, fino alla fine dell’anno scolastico dovranno proseguire con le lezioni online a distanza.
La nuova disposizione, tuttavia, lascia perplessi i docenti. Sui nostri canali social, infatti, i commenti sono piuttosto negativi: “Come può diventare obbligatoria se agli alunni mancano gli strumenti o la connessione?” “fin quando tutti gli alunni e tutti i docenti non avranno gli stessi strumenti come si può imporre la dad?“. C’è chi tira in ballo (di nuovo) l’aspetto contrattuale: “perchè hanno stilato un nuovo contratto? Che mi sono persa?”
Poi ci sono molti insegnanti che pongono l’accento su altre questioni: “E quando in meet cerchi di coinvolgere facendo domande e si rifiutano di rispondere adducendo come scusa non funziona il microfono? Vogliamo parlarne…o pensiamo che con la dad vada tutto bene?” Oppure: “Vorrei una bella risposta dalla ministra perché non è vero che non hanno possibilità di collegarsi o modalità per accedere a classe room e consegnare i lavori…gli assenteisti sono quei studenti che comunque in classe sono stati sempre svogliati e a casa non hanno mai fatto i compiti..io ci metto tutto il mio,impegno e professionalità ma non tutti gli alunni sono costanti e presenti alla dad“.
Insomma, il panorama di insoddisfazioni è ampio e variegato. Infatti, al di là del decreto, la domanda è: riuscirà tutto il Paese a seguire le nuove disposizioni? La possibilità che la norma rischi di rimanere sulla carta a causa delle carenze strutturali e strumentali diffuse in tutto il Paese è alta. Ci riferiamo ovviamente alla mancanza di adeguata copertura di rete che riguarda soprattutto le aree più marginali della nazione dove la didattica a distanza potrebbe rivelarsi insufficiente a contenere la dispersione scolastica. Proprio uno temi maggiormente sollevati dai docenti sui social
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