Alunni

Didattica a distanza con Gianni Rodari: lettura ad alta voce [VIDEO]

Ecco un video, con lettura ad alta voce e immagini, della storia

“A giocare con il bastone”, tratta da Favole al telefono, di Gianni Rodari.

In questo periodo di lezioni sospese ho pensato che la mia voce fosse lo strumento chiave per accorciare le distanze.

Per tentativi ed errori, cliccando su un tasto o un altro, è facile districarci nel vasto panorama delle procedure tecnologiche: videochiamate, compiti su WhatApp, compiti su registro, video in remoto, videoconferenze  e possibilità di scaricare App di ogni tipo.

Più difficile è far vibrare le corde  giuste del cuore.

I bambini sono il primo anello fragile di questa catena. “Da maneggiare con cura”.

La Didattica a Distanza riempie certi tempi della giornata. Ma non colma.

Manca il vedersi, lo stare insieme, condividere sorrisi e abbracci. Dirsi buongiorno! Chiedere come stai? Come ti senti? Tutto ok?

Semplici scambi di parole, gioia vera, fonte di energia positiva. Piccole cose … linfa vitale per la Scuola.

Adesso ogni mattina metto sul registro elettronico un saluto, una frase incoraggiante, un piccolo compito: “pianta un semino”, “prenditene cura”, semina una parolina gentile nel tuo cuore :“Scusa”; un suggerimento per un film, una canzone da ascoltare.

Non ho inteso assegnare compiti, ho provato a cercare una strategia per farmi sentire vicina!

Spero che leggere ogni mattina sul registro, un piccolo consiglio possa essere un appuntamento al quale non mancare.

Visto il protrarsi di questa emergenza, corriamo il rischio di perdere  quel legame, quel rapporto che ci fa sentire “classe”.

E’ nostro, come insegnanti, il compito di non perdere di vista la missione della Scuola per non lasciare indietro nessuno. La sfida è continuare ad essere una comunità che educa, che tira fuori, che fa crescere, che insegna nella fiducia e affetto reciproco.

L’altro anello che mostra alcune incrinature, come fosse di fine porcellana sono le famiglie, compresi i nonni. In molti devono prendersi cura dei nipoti mentre i genitori lavorano.

Si sentono caricati  di un ruolo che non è il loro. Devono fare i conti con lavoro, casa, compiti, problemi economici, salute, gestione delle emozioni proprie e dei figli.

E’ nostro anche il compito di mantenere, con le famiglie, un rapporto di dialogo costruttivo perché  è il filo rosso che ci lega al bambino … alla sua serenità, al suo  modo di apprendere, nonché al suo successo scolastico.

Se la famiglia crede nella Scuola, e si fida delle scelte e dei “modi trovati” per sopperire alla lontananza, tutto diventa più facile.

La lettura ad alta voce, diventa “il modo” per arrivare ai bambini.

Le immagini parlano ai bambini.

Questa modalità permette di rafforzare il legame (sentirsi vicini, come essere lì), il senso di sicurezza (la maestra sta bene) e l’attaccamento (la maestra legge per me, mi vuole bene).

E’ dato per certo che incide sugli aspetti dell’apprendimento, sviluppa l’attenzione, la comprensione,  la percezione di benessere, la creatività, la fantasia, offrendo strumenti per elaborare la realtà, allenando  le abilità legate alle emozioni, le  cosiddette “Life Skills”.

Le storie sono portatrici di emozioni e aiutano i bambini ad immedesimarsi nei panni degli altri, sviluppando empatia, facendo posto dentro di sé all’altro.

Tenuto conto dei vari aspetti sottolineati non ho potuto fare a meno di far cadere la mia scelta su Gianni Rodari:  il 2020 è l’anno del centenario della sua nascita, 23 ottobre; il 14 aprile scorso è stato l’anniversario dei quarant’anni dalla sua scomparsa.

La storia, che ho scelto, non a caso, parla di un “bel vecchio e il bambino”.

Preludio e sintesi di un amore senza limiti.

Il vecchio inteso come nonno, come persona saggia dalla quale attingere … nostra memoria storica e, ultimo, ma non meno importante, il senso del dono, della gratuità, della gratitudine, che pervade tutto il racconto , la felicità nel dare senza ricevere … niente in cambio!

Ahinoi, in un momento nel quale, le persone anziane, i vecchi, i nonni,  rappresentano la popolazione più debole, più colpita dalla corsa pazza del coronavirus (volutamente con la “c” minuscola, perché la corona non se la merita).

A cura di Sandra Salvini

Redazione

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