I lettori ci scrivono

Didattica a distanza, dalla parte delle radiazioni

Ho appena letto l’articolo  Con la DAD si aprono scenari inquietanti, con la complicità dei sindacati condivido e mi sono ritrovato esattamente della stessa idea dell’autore  sin dall’inizio.

Sono un insegnate e il 28 febbraio in seguito a un incidente con frattura di tibia e perone, e questo è il male minore, mi sono ritrovato a casa ad assistere a questo teatrino.

Sono ancora tuttora in malattia, anche se in molti han provato a convincermi di rientrare in servizio “tanto resti a casa e fai la DAD”

Il teatrino si completa dovendo mettere due figli in condizione di fare la DAD, il piccolo in terza media e la grande al primo anno di un  liceo scientifico.

In tutto questo caos, di computer, stampante operativa,  videocamere, connessione wifi sin da subito è emerso il consumo esagerato di gigabyte e quindi mi son dovuto adeguare acquistando una connessione senza limiti.

Riscaldamento acceso in casa tutto il giorno, luci accese , spazi delimitati e confinati lasciamo perdere, meglio non quantificare.

Ma la problematica più grave che ho riscontrato personalmente e anche in molti altri amici genitori, è l’enormità di radiazioni che i miei figli, tutti gli studenti e tutti i genitori e le persone in casa sono costretti a subire tutti i giorni.

Le connessioni dei miei due figli per due tre ore giornaliere, si quantificano in circa 9/10 GB giornalieri di dati che transitano attraverso la connessione WIFI del router di casa; è ormai provato e risaputo che le connessioni wifi creano  radiazioni  e che queste sono dannose nonchè cancerogene.

La questione è preoccupante a mio avviso, altro che depressione precoce nei ragazzi perchè da due mesi non escono, qui siamo alla tragedia, al patologico,  al non poterci rifiutare di sottoporci a qualcosa di dannoso e patologico, le radiazioni wifi,  come costringere dei ragazzi a stare in una classe con l’insegnante che fuma, per fare un  parallelo con quel che succedeva qualche anno fa.

I nostri neuroni subiscono un bombardamento enorme giornaliero di radiazioni, rimanendo in casa dentro quattro mura in cui si scambiano gigabyte di dati attraverso radiazioni wifi, e ho notato che i giramenti di testa, i sensi di vertigine sono sempre più frequenti in me e nei miei figli, sensazioni di vomito e di smarrimento dell’orientamento spazio temporale.

A mio figlio di 13 anni è venuta più volte l’epistassi al naso in questi giorni di video lezioni massacro, sarà un caso?

Concludendo , ho provato a ridurre lo scambio dati, ordinando ai miei figli di spegnere le videocamere e seguendo le lezioni soltanto in audio e la situazione è leggermente migliorata.

Mi chiedo se è lecito tutto questo, senza preavvisi senza nessun avvertimento e consapevolezza dall’oggi al domani, e con il sospetto che dietro ci siano forti interessi economici da parte di tutte le compagnie telefoniche che hanno visto moltiplicare i loro profitti in virtù del moltiplicarsi del consumo di dati in ogni famiglia con studenti o cmq con lavoratori smartworking.

I nostri figli i nostri studenti si stanno automassacrando, senza esserne consapevoli, li stiamo bombardando di pericolose radiazioni, non li stiamo migliorando con il loro impegno alle videolezioni anzi al contrario li stiamo rovinando, inconsapevolmente e non ne avremo la prova che tra qualche anno.

E tra qualche anno a chi chiederemo conto e ragione di questi irreparabili danni?

E io che tutti i giorni mi arrabbiavo con i miei figli che già troppo stavano col telefonino in mano e con i videogames al computer, non posso più neanche rimproverarli, è diventato tutto leggittimo

Che poi partecipare a una videolezione non equivale assolutamente a studiare ed apprendere!!!!

I ragazzi non studiano non toccano più i libri, hanno escogitato tutti gli escamotage per raggirare gli ostacoli delle interrogazioni in diretta streaming, perchè loro sono MULTITASKING e sanno bene come fare.

A scuola si dovrebbero formare  cittadini modello, non automi di macchine.

La scuola è un confronto fatto di occhi che si scrutano nel profondo, di sensazioni date dalla presenza, da tante piccole sfumature che di certo non possono essere colte attraverso un riquadrino sullo schermo del computer.

Infine tornando a landini, barbagallo e furlan che ipotizzano la riformulazione di un contratto per il lavoro, vorrei dir loro e anche alla ministra azzolina, ma gli insegnanti , tutti, sono abilitati a lavorare da casa? Quale precedente contratto lo prevedeva?  (da casa si lavorava x infilare perline nei fili a far collane) io non ricordo di essere stato abilitato in smart teaching, ricordo di avere una abilitazione in EDUCAZIONE FISICA o SCIENZE MOTORIE che dir si voglia, di aver fatto tirocinio didattico in presenza tra le tante materie studiate, ma sinceramente VORREi rifiutarmi di fare lezioni virtuali a discenti virtuali, perchè non sono preparato in questo e non voglio nessuna medaglia al valore .

Io per primo ho usato metodi didattici alternativi , come edmodo, ma A COMPLETAMENTO della didattica frontale , non in sostituzione.

Sono d’accordissimo:

il valore della forma è così preponderante rispetto alla sostanza che, alla fine, della sostanza non importa più a nessuno.

Tutti pagheremo il fio delle sconsiderate azioni di quei pochi vedendo ammalare i nostri figli di DAD.

Daniele Gangi Chiodo

I lettori ci scrivono

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