Premetto che siamo un istituto appartenente al movimento di Avanguardie Educative e che, pertanto, ha già avviato un percorso d’innovazione e sperimentazione didattica, proiettandosi fin dall’inizio di quest’anno scolastico verso una visione nuova del fare scuola.
Sotto il profilo delle competenze del personale docente, siamo un istituto come tanti, con i limiti delle competenze tipiche della classe docente della scuola italiana, ad eccezione di alcuni appassionati ed autodidatti .
Eppure, nonostante questi limiti, in questo anno scolastico ognuno ha dato il meglio di se, è il vento di Avanguardie, che inevitabilmente ti spinge oltre, a esplorare e a crescere professionalmente.
Fin dall’inizio della pandemia, ancora prima della sospensione delle attività didattiche, abbiamo aderito alla rete nazionale di solidarietà promossa dal movimento Avanguardie Educative e Piccole scuole con il supporto d’Indire.
Le nostre migliori risorse professionali e lo scrivente in qualità di dirigente scolastico, in prima persona ci siamo messi a disposizione per fornire assistenza tecnica sull’uso delle piattaforme di social learning ed in particolare Edmodo, oltre ad un supporto sull’erogazione delle lezioni a distanza in modalità sincrona e asincrona.
Ma il viaggio era appena iniziato, abbiamo cablato tutte le aule dell’istituto con la piattaforma CISCO WEBEX, attraverso una struttura di sistema dove sono inseriti tutti i docenti.
E fin da subito dopo la chiusura abbiamo ripreso le riunioni degli organi collegiali previsti nel piano annuale delle attività, in modalità virtuale.
Allo stesso tempo, utilizzando le risorse messe a disposizione dall’iniziative di solidarietà digitale, con numerose circolari informative abbiamo cominciato a promuovere corsi online a titolo gratuito di lingue e di altre attività coerenti con il nostro Piano Triennale dell’Offerta Formativa in modo da sfruttare i limiti della sospensione delle attività didattiche per espandere l’offerta formativa, utilizzando le immense risorse digitali disponibili in rete.
Nella progettualità organizzativa siamo andati oltre, sottoscrivendo accordi con le università Bocconi e Harvard per il supporto di stagisti agli alunni delle fasce più deboli, in questo modo abbiamo utilizzato risorse professionali gratuite per il recupero degli apprendimenti e il consolidamento delle competenze in fase di acquisizione.
E se da un lato la scuola era chiusa, e quindi il nostro percorso di didattica laboratoriale finalizzata alla produzione di compiti autentici avviato all’inizio dell’anno era destinato a subire una soluzione di continuità, dall’altro abbiamo promosso le attività a casa attraverso tutoring online, sfruttando le potenzialità delle video lezioni, con il risultato di una bellissima mostra virtuale di lavori sul tema “Belle come le uova di Fabergè” realizzati dai nostri alunni.
Ma le azioni di sistema non si arrestano, abbiamo utilizzato gli spazi di apprendimento virtuali dell’Enciclopedia Treccani, per strutturare tutte le classi dell’istituto, in modo da offrire agli studenti la possibilità di attingere a contenuti utili per apprendere in modalità flipped classroom.
Naturalmente come in tantissime scuole d’Italia, anche in alcuni dei nostri docenti ci sono state resistenze a cambiare il proprio modo di fare didattica; attraverso un sondaggio somministrato ai genitori siamo riusciti a farli uscire allo scoperto e in una fase successiva li abbiamo supportati al fine di poter anche loro svolgere le attività a distanza.
Interessanti le iniziative di alcune insegnanti della scuola primaria, e sì, in fondo questo ordine di scuola è quello dove la sperimentazione trova terreno fertile per la vivacità intellettuale dei bambini e per la loro grande creatività.
Una maestra chiusa in casa a causa delle ristrettezze imposte, ha coinvolto i parenti nella realizzazione di una lezione su Giulio Cesare con tanto di costumi realizzati per lo scopo.
Un role playing domestico, con attori improvvisati, ma assolutamente efficace sotto il profilo dei risultati di apprendimento raggiunti.
Altre maestre invece hanno montato un video dove i bambini raccontano le loro storie di quotidianità ai tempi del Coronavirus. Il video, trasmesso successivamente dalle TV locali e con ampia promozione della stampa del territorio, è un collage dei vissuti, dei desideri, delle nostalgie dei bambini che, dopo l’entusiasmo iniziale per una vacanza inaspettata, ora vivono la cattività domestica con sofferenza e rimpiangono le ore passate tra i banchi di scuola.
Venne il tempo della consegna dei dispositivi alle famiglie bisognose, noi abbiamo scelto di dare a tutti in nostri alunni in comodato dei mini pc o degli IPAD, in modo da consentire loro di accedere all’immenso mondo delle APP IOS, che offrono creatività infinita e che loro non avevano mai visto.
Al fine di garantire una consegna veloce dei dispositivi e contenere un’eccessiva mobilità da parte delle famiglie, il sottoscritto in qualità di dirigente, supportato dalla protezione civile, ha provveduto alla consegna degli stessi.
Un’ esperienza inusuale per le famiglie, la scuola entra nelle case, non solo con le video lezioni, ma con la dirigenza che in prima persona li supporta, li aiuta e li conforta in questo momento difficile.
Ora è sopraggiunta una seconda fase, quella di garantire una valutazione congrua agli alunni. Per questo motivo si sta cercando di creare un gruppo di lavoro che supporti i docenti nella produzione, somministrazione e raccolta dei risultati di questionari a risposta chiusa e aperta in modo da sfruttare le potenzialità delle tecnologie per superare il periodo di emergenza.
Tantissimo lavoro c’è ancora da fare e, com’è naturale che sia, ci sono tante incertezze, il non poter assistere alunni e docenti in presenza è un grosso limite, ma la sfida ci porta a fare corpo e a trovare e sperimentare nuove soluzioni, con la rete che offre tantissimi materiali e servizi ed apre nuove prospettive di crescita organizzativa e professionale.
Tantissimo altro è stato fatto, molto lavoro è sicuramente ancora sommerso, nascosto da quei docenti silenziosi che innovano e realizzano attività straordinarie, in fondo il lato migliore di una scuola italiana, fatto di uomini e donne vocati alla formazione delle generazioni future.
Una vocazione che va rispettata e valorizzata, perché ciò che si è dimostrato in questo contesto di emergenza è proprio che la scuola è stata la prima a riorganizzarsi e a ripartire, spinta dalla responsabilità di un compito educativo che non necessita di norme per muoversi, ma che trova la sua naturale propulsione in una dimensione etica che porta a sobbarcarsi di fatica e sacrifici costanti, illimitatamente ricompensati da tutti quegli alunni quotidianamente presenti e protagonisti nella relazione educativa.
Bruno Lorenzo Castrovinci
Dirigente Scolastico IC Brolo (ME)
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