L’anno scolastico 2020-2021 promette di rendere stabile e non emergenziale il ricorso alla didattica a distanza, sebbene in affiancamento, naturalmente, alla didattica in presenza. Questo accostamento si chiamerà didattica digitale integrata.
Ma prima di ripartire dal via occorre fare il punto su quanto è stato, specie in riferimento agli effetti della DAD sul piano emotivo di bambini e ragazzi. Un compito della pedagogia e della psicologia. Ed è anche il compito del corso “Aspetti psicologici della didattica a distanza” del nostro formatore Paolo Bozzaro, in programma il 7 e il 10 settembre.
La chiusura improvvisa delle scuole di ogni ordine e grado, resasi necessaria per contrastare il pericolo di contagio da Covid-19, ha riportato in primo piano il tema della ‘didattica a distanza’. Pur tra mille difficoltà personali e strutturali – alternando resistenze ed entusiasmi – la maggior parte dei docenti durante l’emergenza Covid ha ‘provato’ a ristabilire un ‘contatto’ con i propri studenti e a promuovere una qualche forma di continuità con le attività scolastiche precedenti.
Le prime settimane sono state caratterizzate da un clima generale di paura, di ansia e di incertezza, che ha coinvolto docenti, alunni e famiglie, suscitando nell’immediato un bisogno ‘circolare’ di rassicurazione e di incontro, che in molti casi ha permesso di stabilire delle interazioni a distanza efficaci e significative. Nei mesi successivi, quando è apparso evidente che non ci sarebbe stata la riapertura delle scuole, le difficoltà di sostenere una didattica a distanza sono emerse in modo chiaro e diffuso, difficoltà legate a una diversità di fattori (fragilità strutturale della ‘rete di connessioni’ esistente sul territorio, carenza dei dispositivi tecnologici necessari per la comunicazione a distanza, competenze fortemente differenziate tra gli stessi docenti sulla corretta utilizzazione delle piattaforme, percezioni diverse da parte degli studenti di fronte alla ‘sospensione delle attività scolastiche’ tradizionali, con cadute motivazionali e fenomeni di ‘dispersione’…).
Una riflessione su quanto accaduto insieme ad un confronto critico fra le diverse esperienze è indispensabile per comprendere meglio potenzialità e limiti della ‘didattica a distanza’, una modalità di interazione, che non può più essere intesa come un fatto emergenziale, ma come possibile integrazione costante del ‘lavoro in classe’.
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