I lettori ci scrivono

Didattica a distanza e non solo: alcune considerazioni doverose

In risposta a Ivana de Zan

Se fossimo seduti al tavolo di un bar, potrei semplicemente dire che le mie precedenti considerazioni sul “docente primo della classe”  hanno fatto centro, ti ci sei rispecchiata e ti hanno colpita nel vivo; altrimenti non si giustificherebbe un attacco personale, davvero inadeguato, ingiustificato e tanto rabbioso nei miei confronti.

Purtroppo non siamo al bar e le cose assumono un aspetto ancora  più serio e deprimente.

Io ho soltanto espresso delle argomentazioni, condivisibili oppure no.

Ho voluto mettere in luce  la linea d’azione di coloro che  si professano difensori dei lavoratori e che, puntualmente ,  “a braccetto” con il governo di turno, firmano contratti di volta in volta peggiori dei precedenti.

Ho parlato di un principio di privacy a vantaggio dei ragazzi, tanto sbandierato e gettato nell’immondizia allorquando chiunque può ascoltare, deridere e bullizzare il ragazzo in difficoltà che viene interrogato in rete, una rete su cui “non si scrive a matita e non si cancella nulla”.

Di conseguenza le mie considerazioni sulla privacy del docente, condivisibili oppure no.

Qualsiasi esternazione è condivisibile oppure no.

Una estesa prateria di opinioni che aspettavano solo di essere intelligentemente criticate, dibattute e anche, perché no, smontate.

Cercando la rissa sull’argomento dello stipendio e del denaro, tanto “volgare” quanto distante da qualsiasi mia argomentazione, non hai innanzitutto reso onore a te stessa, dando pure un pessimo servizio all’immagine della categoria a cui appartieni.

Un docente dovrebbe essere in grado di entrare nel merito delle cose, della logica e del contenuto, in particolare quando non lo condivide, allo scopo di smontarlo.

Questo è ciò che trasmettiamo ai ragazzi.

Ciò che duole è vedere che alle mie argomentazioni non sia seguito lo sviluppo di una voce critica “uguale e contraria” , tale da arricchire lo scambio in una dialettica costruttiva.

Solo aggressioni astiose che nulla producono, il “niente” veicolano e lasciano il tempo che trovano.

Non voglio ulteriormente approfittare dello spazio offerto dalla gentile Redazione  che mi ospita; pertanto, anche alla luce di futuri attacchi personali e rancorosi, mi fermerò qui.

Enrico Ruvinetti

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