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Didattica a distanza, e se lo studente non accede a internet? De Cristofaro (Miur): servono linee guida minime

Le misure di contenimento del Coronavirus stanno dando un’accelerata alla didattica distanza. Molti docenti e studenti si sentono però impreparati: non hanno mai svolto questo genere di formazione. E si sentono poco adeguati a fronteggiare la situazione, soprattutto se la sospensione obbligata delle lezioni dovesse allungarsi oltre il 15 marzo, addirittura fino Pasqua. Altri, hanno fatto notare di non essere in possesso delle strumentazioni indispensabili per realizzare o per fruire della didattica on line.

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Il sottosegretario: studenti e lavoratori preoccupati

Tra quelli che non si sentono all’altezza della situazione, c’è anche chi ha contattato le massime istituzioni scolastiche, chiedendo aiuto.

A dirlo è stato il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro. Il quale scrive su facebook: “In questi giorni segnati dalla sospensione delle lezioni, adesso estesa in tutta Italia, sto ricevendo molti messaggi e telefonate da studenti e personale scolastico preoccupati della cosiddetta didattica a distanza. Alcune di queste preoccupazioni – dice il sottosegretario – sono anche le mie e voglio condividerle”.

“La banda larga non è diffusa in tutto il Paese”

“Prima di tutto bisogna ricordare che – spiega – al primo posto deve esserci sempre la tutela del diritto allo studio e la parità di opportunità per tutte e per tutti, e il primo problema sta nel fatto che non tutti gli studenti posseggono internet o computer a casa e che la banda larga non è diffusa in tutto il Paese”.

La mancanza di accesso è un problema importante. Perché potrebbe creare delle pericolose divisioni e differenziazioni di trattamento.

Pari diritti e possibilità a tutti

De Cristofaro dice, quindi, che “bisogna distinguere tra didattica a distanza, da utilizzare come solo strumento di estrema straordinarietà, e didattica digitale, come positiva metodologia che i docenti possono utilizzare per innovare metodi e pratiche. E che è già ampiamente sperimentata con successo in molte classi del nostro Paese. Per questo ritengo necessario e imprescindibile immaginare delle linee guida minime che garantiscano pari diritti e pari possibilità“.

C’è infine da ricordare che la didattica vera è quella in presenza. “Insegnare a distanza – conclude il sottosegretario di Leu – può essere utile, ma solo in una situazione eccezionale come quella che viviamo in queste ore. Perché l’insegnamento è relazione, socialità e sviluppo del senso critico e non si può che farlo insieme docenti, studenti e famiglie”.

Alessandro Giuliani

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