Tre settimane fa, leggo su un social network l’annuncio di un mio ex compagno di liceo, che scriveva “Computer per didattica online – Regalo 2 computer portatili a famiglie che non hanno un pc oppure dispongono solo di un computer per più bambini che seguono le lezioni online (….).
Se conoscete bambini che davvero hanno bisogno di un pc ecco i miei contatti (…)”.
Si chiama Mario Scotti, vive con la sua famiglia in Germania, dove lavora.
Appena leggo l’annuncio, penso subito a tutte le difficoltà che stanno incontrando molti bambini e famiglie sprovvisti di dispositivi informatici e che si trovano a seguire le lezioni a distanza attraverso uno smarthphone.
Contenta di questa opportunità, contatto subito Mario e condivido con lui le idee sui bambini da poter aiutare, ovviamente dopo essermi congratulata con lui per il nobile gesto.
Mario mi inizia a spiegare le caratteristiche dei dispositivi e si rende disponibile a preparare i pc per renderli pronti all’uso, inoltre si offre a sue spese di inviarli dalla Germania.
Oggi il pacco è arrivato e io sono immensamente grata per questa iniziativa di grande solidarietà.
E mi piacerebbe che da questa iniziativa di una persona, potesse nascere qualcosa di più ampio per supportare tutti gli alunni che con difficoltà stanno cercando di seguire la Dad (Didattica a distanza). Tante persone, come Mario, magari hanno dispositivi ancora funzionanti, che non utilizzano più e che potrebbero esseri messi a disposizione di chi ha più bisogno, affinchè non aumentino le disparità sociali, rischio della Dad, nei contesti in cui già è presente marginalità sociale, povertà e mancanza di mezzi informatici. I dati Istat mostrano le diverse facce della nostra società: 850.000 ragazzi tra i 6 e i 17 anni non hanno un computer o un tablet a casa.
Tale iniziativa avrebbe anche un importante e positivo impatto sull’aspetto ecologico. Dobbiamo insegnare ai bambini e ai ragazzi che ogni oggetto che vediamo in una pubblicità o negozio è, oltre che bello e/o utile, anche un rifiuto e la nostra società basata soprattutto sull’economia lineare (dalla produzione alla discarica) sta distruggendo il pianeta.
Un dispositivo tecnologico non viene smaltito nel modo corretto in Europa perchè il processo è costoso.
Spesso si buttano cose che ancora hanno una vita e per prolungare quella di un computer bastano, a volte, qualche decina di euro per sostituire componenti e buona volontà.
Facciamo squadra per una grande sfida. Mettiamoci in rete.
Rossella Conte