“In una fase così difficile come quella che stiamo affrontando in queste settimane, riteniamo quanto mai inopportuno il monitoraggio sulle attività di didattica a distanza avviato dal Ministero dell’Istruzione. L’iniziativa assunta da viale Trastevere non fa che aumentare a dismisura la già enorme mole di lavoro burocratico che grava su dirigenti scolastici e docenti. Non è di certo questo il momento di stressare ulteriormente gli insegnanti chiedendo loro, per giunta in tempi strettissimi considerata la scadenza del 18 marzo stabilita dal ministero, di compilare questionari e redigere relazioni inutili. Cui prodest?”.
A dirlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, intervenendo in merito all’indagine promossa dal Ministero. Ricordiamo, infatti, che il M.I. ha chiesto alle scuole di compilare un questionario on-line sulla didattica a distanza.
L’indagine è raggiungibile all’indirizzo https://www.indaginedidatticaadistanza.it/ e serve
principalmente a rilevare:
- se è stata attivata o meno qualche forma di didattica a distanza;
- in che modo sono stati coinvolti gli studenti;
- l’effettiva dotazione informatica delle scuole, l’esistenza di strumenti già attivi per la
attivazione della didattica digitale e a distanza, il supporto alle categorie più deboli, la disponibilità di device per l’accesso alla didattica a distanza e la relativa connessione per gli studenti che ne abbiano bisogno; - l’utilizzo di strumenti di interazione a distanza anche per la gestione degli organi collegiali;
- il numero approssimativo di docenti con competenze informatiche generali e adeguate per interventi di formazione a distanza con gli studenti.
“Sono tantissimi i docenti che criticano aspramente questo monitoraggio che, come denunciano, sottrae tempo prezioso al lavoro per migliorare le video lezioni e alla sperimentazione di piattaforme e quiz multimediali per gli studenti. Sono loro stessi a invocare un freno a questa assurda burocrazia che nuoce alla scuola sempre, e ancora di più durante questa emergenza”, conclude Di Meglio.