Sulla base di una inchiesta nazionale condotta dall’Unione degli studenti, tramite un questionario con oltre 13mila risposte, risulta essersi creata confusione e carenza di informazioni relativamente proprio allo svolgimento della didattica a distanza.
In altri termini sembra che ci sia, da un lato un buon 70% di professori (quindi solo per alcune materie) che starebbe cercando di svolgere la sua attività con mezzi differenti, dalle videochiamate alla semplice assegnazione di compiti, e dall’altro un buon 15% di studenti che non ha ancora iniziato nessun tipo di didattica a distanza.
«Molti studenti poi non hanno proprio modo di seguire le lezioni – denuncia la coordinatrice dell’Uds. Non tutti hanno a disposizione pc o tablet, tantomeno una connessione wifi adatta; molte famiglie inoltre hanno un unico computer: come fanno a seguire le lezioni più figli contemporaneamente? Magari dividendosi con un genitore a cui è stato prescritto il lavoro da casa».
Inoltre, dichiara l’Uds, i ragazzi sono preoccupati perché non sarebbe stata fornita «alcuna informazione su come saremo valutati in queste settimane, visto anche l’appalto di contenuti e mezzi della didattica a ditte private. Non sappiamo nulla sull’esame di maturità. Come faremo a prepararci per gli esami se non stiamo svolgendo i programmi nella maniera adeguata? Ad oggi non sappiamo nemmeno se, dopo uno stop che in alcune regioni potrebbe essere superiore ad un mese, l’anno scolastico sarà prolungato in qualche modo, o se le prove Invalsi dovranno essere recuperate».