L’Invalsi ha reso disponibile sul proprio sito la versione italiana del documento OCSE “L’apprendimento a distanza quando le scuole sono chiuse: in che misura gli studenti e le scuole sono preparati?. Spunti dall’indagine PISA”.
L’impatto della crisi legata al Covid-19 giunge in un momento in cui la maggior parte dei sistemi di istruzione che rientrano nell’ultima edizione dell’indagine PISA dell’OCSE non è ancora in grado di cogliere le opportunità offerte dal mondo dell’apprendimento digitale. Il documento riporta dei numeri che devono fare riflettere.
Innanzitutto, lo studio rileva che in media, nei paesi OCSE, il 9% degli studenti quindicenni non ha nemmeno un luogo tranquillo per studiare nella propria casa; in Indonesia, Filippine e Thailandia il dato riguarda più del 30% degli studenti.
Ma non è tuto: se in Danimarca, Slovenia, Norvegia, Polonia, Lituania, Islanda, Austria, Svizzera e Olanda, più del 95% degli studenti riferisce di avere a disposizione un computer da utilizzare per studiare a casa, in Indonesia, tuttavia, ciò riguarda solo il 34% degli studenti. Anche in questo caso tendono ad esserci divari molto ampi tra gruppi socio-economici. Ad esempio, nelle scuole socio-economicamente avvantaggiate degli Stati Uniti, in pratica ogni quindicenne ha un computer che può utilizzare per lo studio a casa, ma nelle scuole svantaggiate ciò è vero soltanto per tre studenti su quattro; in Perù questo dato riguarda l’88% di studenti nelle scuole avvantaggiate contro appena il 17% nelle scuole svantaggiate.
Un altro dato riguarda la connessione ad Internet, indispensabile per l’apprendimento online. Anche in questo caso, ci sono paesi nei quali l’accesso a Internet da casa è quasi universale, mentre altrove esso riguarda appena la metà dei quindicenni. In Messico, il 94% dei quindicenni che proviene da un contesto avvantaggiato ha una connessione Internet nella propria casa, in confronto ad appena il 29% di quelli che provengono da un contesto svantaggiato.
Per quanto concerne la dotazione tecnologica delle scuole, nella media dei paesi OCSE, per ogni studente quindicenne c’è all’incirca un computer disponibile a scuola per scopi educativi. Ci sono Paesi come Austria, Islanda, Lussemburgo, Macao (Cina), Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, in cui il rapporto tra computer e studenti è di 1,25 o superiore, mentre in Albania, Brasile, Grecia, Kosovo, Montenegro, Marocco, Turchia e Vietnam c’è soltanto un computer disponibile ogni quattro studenti (con un rapporto pari a 0,25) o meno.
Per quanto riguarda infine la preparazione degli insegnanti, in media, nei paesi OCSE, il 65% dei quindicenni è iscritto in scuole i cui dirigenti scolastici ritengono che i loro insegnanti abbiano le competenze tecniche e pedagogiche necessarie per integrare i dispositivi digitali nelle pratiche di insegnamento.
Tale dato oscilla da poco meno del 90% nelle quattro province cinesi a poco più del 10% in Giappone. Il quadro è simile per quanto attiene alla disponibilità di risorse professionali efficaci per consentire ai docenti di imparare ad utilizzare i dispositivi digitali. Circa il 55% degli studenti erano in scuole nelle quali gli insegnanti beneficiano di incentivi per integrare i dispositivi digitali nelle loro pratiche di insegnamento, o sono sufficientemente affiancati da personale tecnico qualificato.