“Riteniamo doveroso ringraziare i docenti che, con spirito di sacrificio e dimostrando grande professionalità e responsabilità, stanno compiendo ogni sforzo per garantire la continuità didattica e mantenere saldo il legame con i loro alunni”.
E’ quanto afferma il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio che aggiunge: “Lo stanno facendo tra enormi difficoltà senza risparmiarsi, nonostante il loro impegno non sempre venga agevolato ma, anzi, sia talvolta reso più complicato da pastoie burocratiche ed esternazioni dal tono autoritario”.
Senza fare riferimento esplicito alle parole della ministra Lucia Azzolina che ha ribadito che è obbligo dei dirigenti scolastici garantire la gestione della didattica a distanza, Di Meglio sottolinea però che “la scuola italiana non ha bisogno di comandanti, né per fronteggiare questa emergenza né in circostanze normali, così come in passato non ha mai avuto bisogno di sceriffi”.
“La scuola, in quanto comunità – conclude Di Meglio – funziona bene se è governata da un clima disteso e di collaborazione, se si lavora tutti insieme con spirito di squadra. Sfide gravose come quella che stiamo affrontando in queste settimane si superano soltanto se si abbassano i toni e si rema uniti, come infermieri e medici stanno dimostrando a tutto il Paese”.
Da parte sua l’USB interviene con un comunicati particolarmente duro nei confronti di Lucia Azzolina dell’intero Governo.
Secondo l’USB le parole del Ministro rivolte ai dirigenti scolastici (“Voi sì che siete i comandanti della nave, adesso avete una responsabilità fondamentale: garantire che l’attività didattica a distanza venga effettuata […]. Abbiamo il decreto legislativo 165 del 2001, che vi dà autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di organizzare scolastica secondo criteri di efficienza e efficacia”) sono preoccupanti ed “estremamente pericolose”.
“Lo stato d’eccezione che stiamo vivendo – conclude l’USB – non può essere utilizzato per normalizzare pratiche emergenziali come la didattica a distanza; stanziare 85 Milioni di euro per la DaD in un momento in cui la sanità è al collasso, inoltre, significa non conoscere le priorità del Paese”.
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