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Didattica a distanza, l’affondo del sindaco di Firenze: “Molte scuole si devono attivare, così non va”

“Se proprio non si riesce ad aprire le scuole, e credo che un approfondimento ulteriore andrebbe fatto quantomeno per i nidi, le scuole materne, ma poi per tutta la scuola dell’obbligo, questi ragazzi devono essere messi in condizione di frequentare i corsi da casa”.

Per questo “chiedo al direttore regionale toscano di farci sapere quante scuole effettivamente fanno i corsi a distanza per i loro studenti. A me risulta, infatti, che in molte scuole purtroppo non si fanno queste attività: ci sono ragazzi che riescono forse a fare una o due ore al giorno e non basta”.

La richiesta arriva dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, che da giorni sta chiedendo misure per la scuola e gli alunni.

“Ci sono molti insegnanti e presidi – sottolinea a ‘Lady Radio’ – che si stanno dando da fare, altri no. Allora la direzione regionale deve vigilare: la scuola è un diritto, i cittadini pagano le tasse e in attesa della riapertura” i docenti e tutti gli istituti “devono garantire dei corsi ai ragazzi”.

Inoltre “dobbiamo organizzare le attività estive”, perché sulla scuola “non possiamo dire, come ha fatto la ministra Azzolina all’inizio, ci rivediamo a settembre”.

Il ministero dell’Istruzione “deve comunque garantire la didattica ai nostri figli: non si può pensare che non si parli di scuola da qui a settembre, è inaccettabile”.

Nardella, quindi, assicura che il Comune “è pronto a lavorare per riaprire i centri estivi”, se dal governo arriverà semaforo verde. Dal 4 maggio, infine, potrebbe riaprire “un giardino per quartiere, opportunamente delimitato, con il personale del Comune e con prenotazioni”. Una misura pensata “per bambini e famiglie”.

Come fare didattica distanza: consigli e soluzioni

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