Home I lettori ci scrivono Didattica a distanza, le parole che non ho letto

Didattica a distanza, le parole che non ho letto

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Complice una certa retorica ministeriale, a me pare che intorno alla didattica a distanza si stiano vivendo settimane di isterico dinamismo disfunzionale. Nei momenti di grande emergenza è necessaria la lucidità non la frenesia per non rischiare di consolidare modalità educative controproducenti per il benessere e lo sviluppo psicofisico dei nostri ragazzi.

Leggo e ascolto quello che dice la Ministra, così come leggo e ascolto quello che molti dirigenti scolastici stanno chiedendo al corpo docente e ai nostri studenti. Vi è una tale esaltazione del modello “videolezione” che a tratti mi sembra di essere un alieno. Non credo esista al mondo pediatra o pedagogista che dica di far stare i nostri figli e le nostre figlie 4-5 ore al computer con gli occhi fissi sullo schermo con le videolezioni, senza poi considerare il tempo necessario per lo svolgimento dei compiti. Svolgimento che avviene al computer nei migliori dei casi, al tablet o peggio ancora al telefonino nei casi più frequenti e più dannosi per la salute dei nostri studenti.

Non scriverò del digital divide, sull’inclusività della scuola, sul concetto di “parcheggio scolastico”: ci sarebbe da articolare un pensiero lungo e profondo. E a dire il vero molti ne hanno già compiutamente scritto.

Scrivo qui invece quello che avrei voluto sentirmi dire, come docente, dalla Ministra e dai dirigenti scolastici. Già, quei dirigenti scolastici che sarebbe bello tornassero ad essere fari delle didattica, della pedagogia, come lo erano un tempo. Come ancora ce ne sono, certo, ma sono sempre pochi, troppo pochi.
Insomma, da loro avrei voluto sentirmi dire più o meno queste parole:

1) NON PRETENDERE DA TE STESSO E DAI TUOI ALUNNI. Viviamo una situazione emergenziale a livello sanitario e a livello economico. E siamo, consciamente o no, in una situazione di fortissimo stress emotivo. Caro docente, sii comprensivo, non pretendere la puntualità delle consegne dai tuoi alunni, non pretendere dei lavori sempre eccellenti. Non puoi sapere quello che sta succedendo nelle case dei tuoi studenti, le fatiche logistiche, le fatiche emotive.

Sii comprensivo anche nei tuoi confronti, respira e non sentirti giudicato per quello che non riesci a fare: anche tu hai mille difficoltà logistiche con la tua famiglia. Mettici il massimo dell’impegno, prova a trasmettere sicurezza e sii un punto di riferimento ma preserva anche la tua salute. E se pensi di non essere efficace, fermati! Leggi, studia, aggiornati, magari informati su quello che fanno i Cpia che da anni lavorano con i contenuti on line. E poi ricomincia a provarci. Procedere senza coscienza di ciò che significa fare didattica a distanza alimenta una spirale di disagio emotivo, per te e per i tuoi alunni.

2) NON FARE CIO’ CHE FARESTI IN AULA. Abbandona i tuoi programmi, abbandona l’idea di ripetere anche solo minimamente le lezioni che avresti svolto in aula. Non puoi effettuare un’ora di videolezione interrogando e spiegando come se fossi in presenza. Prepara del materiale, condividilo, sii costantemente in contatto con loro, correggi e dai consigli in maniera sincrona e asincrona. Limita al massimo il momento della videolezione e non andare mai oltre i 20 minuti, meglio se videoregistrata per consentirne la fruizione senza alcun obbligo di orario per i tuoi studenti. Ribalta l’aula e non spiegare: fai approfondire, concedi l’autonomia e sii pronto a fornire immediate spiegazioni con chat, mail e forum di discussione. Cerca di effettuare per quanto possibile una didattica personalizzata e non generalizzata. Il momento e il mezzo, paradossalmente aiutano! Lo so, è più faticoso lavorare individualmente, lo so. Ma è l’unica strada percorribile in questo momento.

Coordinati con i tuoi colleghi e tutte le volte che vorrai effettuare una videolezione in diretta accertati che la giornata non sia già affollata di altri collegamenti. La soglia attentiva e lo stress da comunicazione mediata da computer sono dei pericoli da tener ben presente.

3) IL MEZZO E’ IL MESSAGGIO. Abbiamo detto di tutto e di più sull’abuso dei nuovi mezzi di comunicazione. Ricordiamocelo! Una grande parte dei nostri alunni può lavorare esclusivamente con lo smartphone e non possiamo far finta di niente. Se esageriamo con le nostre pretese e con il carico di compiti e di videolezioni rischiamo di far passare il concetto che comunque è la stessa cosa, che comunque si può fare con la stessa qualità. No! Abbiamo di fronte bambini e adolescenti sprovveduti e senza consapevolezza del mezzo. Lo studio e la riflessione quotidiana hanno bisogno di altri canali, di carta stropicciata, di correzioni e di schemi grossolani, di fogli da ordinare e di quaderni da perdere e da ritrovare. Lo studio e la riflessione quotidiana hanno bisogno di lentezza e di analogicità, soprattutto tra i più piccoli. Non abituiamoli alla velocità, non cadiamo nell’errore fatale della “produttività”. Esaltate la lentezza, costringeteli a prendersi il giusto tempo, stimolateli all’approfondimento. E non incentivate la dipendenza dai mille dispositivi iperconnessi.

4) ABBANDONATE L’ANSIA DA VALUTAZIONE. È impensabile pretendere di misurare il raggiungimento di obiettivi in questa situazione. Lasciate perdere la misurazione delle “performance”, dei traguardi, finanche dell’impegno. La situazione è così straordinaria che non è possibile applicare tutte quelle griglie che da anni siamo invitati a compilare. E considerate anche l’ansia che l’attribuzione di un voto, di un numero, può suscitare nei vostri alunni (e fra le loro famiglie). Provate invece a cogliere l’occasione per valorizzare i percorsi, per sostenere chi è più in difficoltà. Lasciate perdere i voti, per un volta. Fornite riscontro, correggete e aiutate gli alunni nel percorso di crescita scolastica, pur a distanza. Arriveranno le indicazioni ministeriali sul da farsi e ci adegueremo, ma cogliamo questa opportunità! E se il voto vi manca e vi sembra che serva per far lavorare gli alunni che altrimenti non farebbero niente, beh, interrogandovi su come tenere viva la “presenza” alle vostre attività. Interrogatevi sulla qualità, magari rileggendo “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”. Il tempo è nostro alleato, prendiamocelo tutto. Riflettiamo e poi agiamo senza farci prendere dall’ansia disfunzionale del fare ad ogni costo.

Andrea Avantaggiato