I lettori ci scrivono

Didattica a distanza, l’esperienza di “una mamma preoccupata” e un sistema che danneggia i bimbi

Mia figlia frequenta la quarta elementare della Scuola Pietro Micca di Torino.

Fin dalla prima elementare ha cambiato molte supplenti in quanto ha sempre avuto solo una maestra di ruolo (una fantastica maestra, molto dedita al suo lavoro).

Anche quest’ anno dopo un susseguirsi di varie supplenti viene finalmente nominata una supplente annuale. Quest’ultima è una maestra che vive in  Sicilia, con due bambini piccoli che, nonostante ciò, accetta l’incarico. Frequenta la classe di mia figlia per meno di una settimana, dopodichè si mette in mutua  e poi in maternità (un sacrosanto diritto che nessuno vuole mettere in discussione), sempre per brevi periodi, che poi prolunga ogni volta fino a pochi giorni fa.

Al suo posto viene quindi nominata una supplente che per nostra fortuna è una brava maestra, solare e positiva, che  conquista subito tutti i bimbi, che si affezionano molto a lei. Questa maestra vive tutto l’anno con l’incertezza del suo posto perchè la collega che sostituisce prende sempre congedi di breve durata ( approfittando così di giorni di vacanza e festività), che di volta in volta rinnova.

Nella situazione attuale in cui è chiaro che la scuola non riprenderà, la maestra in maternità decide improvvisamente di rientrare così da non perdere altri giorni di maternità e, con poco sforzo, finire l’anno, incurante del trauma che causerà ai bambini della classe in questo momento. La scuola le permette di farlo.

Appena i bambini hanno saputo questa notizia sono scoppiati tutti a piangere, sentendosi nuovamente abbandonati, anche perché loro l’altra maestra non la ricordano nemmeno e sono molto legati alla maestra attuale.

In questo momento così difficile, in cui la DAD è possibile se si conoscono i bambini e si conosce il percorso che hanno fatto, perché permettere a questa maestra di rientrare così in una classe per concludere l’anno? Chi pensa alla confusione e disagio che questo creerà ai bambini?

Il sistema lo consente ma stiamo parlando di bambini, non di oggetti. Questo sistema non considera la loro fragilità e sensibilità. Un sistema sbagliato.

Chi può fermare tutto questo?

Chiara Vaira

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