La scuola riaprirà, forse, a settembre, di certo sappiamo solo che questo anno scolastico gli studenti lo termineranno dentro le proprie abitazioni.
Le scuole, chi subito e chi con qualche giustificato ritardo, si sono organizzate per fornire strumenti web e materiale didattico in grado di poter dare continuità alle lezioni in questo periodo di emergenza sanitaria che ha costretto la chiusura fisica degli edifici scolastici.
Non sappiamo, tra le altre cose, come le scuole sapranno organizzarsi ancora di preciso per la riapertura del prossimo anno, dovendo necessariamente garantire la distanza sociale tra gli alunni.
Potrebbe essere necessario, ad esempio, fare dei turni; per questo motivo sarà fondamentale che la didattica digitale rimanga un processo educativo stabile.
Come dicevamo alcune scuole si sono organizzate prima di altre. Uno di questi esempi positivi viene da Bari, in particolare daIl’Istituto Comprensivo “Nicola Ronchi” che, giocando d’anticipo rispetto alla chiusura delle scuole per il covid-19, è riuscito a implementare per tutti gli alunni la piattaforma di Didattica a distanza.
Come documentato da Agenda Digitale, i responsabili di questo Istituto hanno avviato il percorso verso la digitalizzazione già all’inizio di questo anno scolastico. Un processo che puntava fin dall’inizio verso obiettivi di innovazione delle infrastrutture digitali e delle metodologie didattiche. Obiettivi di Crescita Intelligente, Innovativa e Inclusiva in perfetta sintonia con la situazione emergenziale attuale.
Cosi al primo giorno di chiusura delle scuole italiane il collegio dei docenti ha adottato le Linee Guida per la didattica a distanza (DaD), mettendo insieme le riflessioni e le esperienze dei mesi precedenti. Il 5 marzo erano tutti operativi con la piattaforma attiva garantendo piena continuità alle lezioni.
La scuola, come ribadisce l’autore dell’articolo non è solo un “luogo fisico quanto piuttosto uno “spazio” che promuove apprendimenti, competenze disciplinari e relazioni fra gli studenti e fra questi ultimi ed i docenti”.
Dare continuità educativa ha permesso di mantenere alto il livello della relazione come elemento fondativo della comunità scolastica.
Un ruolo fondamentale è stato svolto in questo caso e in tante altre scuole dagli Animatori digitali, che hanno permesso il riadattamento del PNSD alle nuove esigenze. La loro attività non si è fermata all’individuazione dello strumento da utilizzare (TEAMS Meet, Zoom) ma il loro ruolo è stato in questo periodo di quarantena, quello di supporto continuo a tutto il corpo docente.
Mai come in questo caso aver instituito questa figura nell’ambito del PNSD è stata una scelta indovinata.
Quanto, il Covid 19, ha spinto sulla digitalizzazione del Paese ed in particolare sulla didattica a distanza?
Alcuni dati interessanti in grado di darci una prima evidenza di questo impatto sono quelli riportati dall’ dell’Università degli studi di Milano Bicocca che, a partire dal 3 marzo, è stata in grado di offrire, per tutti i dipartimenti, la didattica a distanza a tutti i propri studenti (oltre 35.000). I dati sono registrati e pubblicati giornalmente sul sito di Ateneo.
Al 7 aprile sono state fruite 2.797.062 videolezioni sulla piattaforma moodle, dai 14 dipartimenti che compongono l’Università. Le video lezioni pubblicate sono oltre 25.000. Da marzo ad aprile ilaureati, in 140 sessioni svolte completamente online, sono stati 1400. Più di 11mila sono state le persone che si sono collegate per assistere alle proclamazioni”.
Sono solo due esempi ovviamente che però danno l’idea di come questa emergenza sanitaria abbia dato una forte spinta al digitale in ambito scolastico ed Universitario.
Auspicio di tutti è che non si perda per strada questa importante esperienza.
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