Attualità

Didattica a distanza: nella primaria non è prevista

Da diversi lettori ci arrivano segnalazioni di scuole primarie che stanno attivando lezioni a distanza per i propri alunni, ma c’è chi sostiene che si tratta di iniziative non permesse o addirittura illegittime.
Come stanno le cose?

Intanto incominciamo col dire che le regole stanno  scritte nelle Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata (DDI) emanate dal Ministero a inizio agosto.

Ogni scuola, ha chiarito il Ministero, deve dotarsi di una Piano per la DDI ma con alcuni limiti: “Il Piano per la DDI – si legge nelle indicazioni ministeriali – dovrà essere adottato nelle secondarie di secondo grado anche in previsione della possibile adozione, a settembre, della didattica digitale in modalità integrata con quella in presenza. Mentre dall’infanzia alla secondaria di primo grado, il Piano viene adottato affinché gli istituti siano pronti qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti. Per questi gradi di scuola non è infatti prevista didattica integrata alla ripresa di settembre, ma solo didattica in presenza”.

Quindi la questione è chiara: nella scuola primaria, in condizioni ordinarie, la didattica a distanza (anzi per essere più precisi la didattica digitale integrata) non è prevista, ma potrà essere attivata in caso di lockdown.
Le iniziative delle scuole in tal senso sono dunque illegittime?
Prima di parlare di illegittimità (su FB qualcuno usa persino parole grosse come abusi e violazione di norme del codice civile e penale) bisognerebbe conoscere le situazioni concrete; per esempio ci possono essere casi di scuole che, per motivi oggettivi, non riescono a garantire a tutti gli alunni l’orario minimo di lezioni settimanali previsto dalla legge (24, 27, 30 o 40 ore a seconda dell’organizzazione).

In questi casi è possibile che la scuola abbia deciso di offrire agli alunni attività da svolgersi da remoto.
Si tratta forse di un abuso? 
Non lo sappiamo, a questa domanda potrebbe/dovrebbe rispondere un giurista o un tribunale della Repubblica.
Certo è che l’alternativa all’eventuale abuso sarebbe quella di fare solo attività in presenza per 2-3 ore al giorno e basta.

Reginaldo Palermo

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