Istituita con la legge 107, la figura dell’animatore digitale è entrata a far parte dell’attività ordinaria della stragrande maggioranza delle scuole italiane.
Abbiamo raccolto alcune testimonianze per capire come, in concreto, gli animatori digitali stanno lavorando in questa fase particolarmente critica in cui le tecnologie rivestono un ruolo decisivo nelle scuole.
Luigi Bruno, docente di informatica e animatore digitale presso l’Istituto Tecnico Industriale “Michele Maria Milano” di Polistena (RC) si mostra soddisfatto della propria esperienza: “Quello dell’animatore digitale è un compito molto delicato che cerca di raccordare la didattica tradizionale con l’innovazione tecnologica e le difficoltà ad essa collegate. L’emergenza Coronavirus ha dato un impulso inaspettato ed improvviso ai compiti ed alle responsabilità dell’animatore digitale che, in questa fase, sta sostenendo il lavoro di tutti i docenti fornendo loro le indicazioni del caso con tutorial video realizzati ad hoc e permettendo così ai colleghi la creazione di compiti, quiz, video lezioni e video conferenze”.
“Il lavoro che sto facendo – aggiunge Bruno – sta dando buoni risultati: ogni allievo partecipa assiduamente alle attività con grande entusiasmo e senso di responsabilità. Abbiamo scelto di utilizzare gli strumenti di Google in quanto la maggior parte dei ragazzi dispone di uno smartphone con tutti i software già installati. Gli studenti provvedono ad inviare i loro elaborati ai docenti che, nella loro autonomia professionale, stabiliranno anche il peso da attribuire alle valutazioni. La partecipazione della comunità scolastica ha raggiunto numeri altissimi con il 100% dei Docenti che ha attivato i corsi e l’85% degli allievi iscritti”
Al liceo scientifico Castelnuovo di Firenze la situazione è un po’ diversa perché dopo una prima esperienza poco entusiasmante la scuola ha deciso di fare a meno dell’animatore digitale e di dotarsi invece di un referente per l’Innovazione didattica e tecnologica.
“Al momento della chiusura forzata della scuola – spiega la referente, professoressa Elena Fuliggini, collaboratrice del dirigente – in accordo con lo staff di direzione, abbiamo concordato di attivare prima possibile forme di didattica a distanza. Siamo tutti ben consapevoli che la didattica a distanza non si realizza esclusivamente con le videolezioni, ma attuando uno scambio efficace e ‘umano’ con gli studenti”.
“Grazie alle segnalazioni dei coordinatori delle singole classi – conclude la docente – la direzione della scuola ha già consegnato computer portatili in comodato d’uso alle famiglie con più figli o carenti di strumentazioni adeguate e adesso stiamo organizzando i consigli di classe e tutti gli incontri necessari per proseguire efficacemente la didattica”.
Ombretta Anna Garda, docente di tecnologia si scuola secondaria di primo grado, svolge la funzione di animatore digitale presso l’Istituto Comprensivo di Strambino (TO).
Fin dal 2016 la scuola aveva attivato un percorso formativo per mettere i docenti della secondaria in condizione di usare la piattaforma GSuite che è stata utilizzata dagli alunni delle terze.
“All’inizio di quest’ anno scolastico – spiega la professoressa Garda – abbiamo esteso l’uso della piattaforma per tutte le classi e questo si è rilevato di grande aiuto, perché non siamo stati colti impreparati quando le lezioni in presenza sono state sospese”.
“E così ho collaborato con tutti i colleghi per verificare e garantire l’accesso agli account di tutti gli studenti, integrando le varie e nuove richieste, supportandoli con spiegazioni, video tutorial e telefonicamente”.
“Inoltre – sottolinea Ombretta Garda – in collaborazione con i responsabili dell’Area Inclusione e con i docenti di sostegno, ci siamo attivati per seguire a distanza gli studenti disabili nella maniera più adeguata possibile, considerando la storia e il contesto sociale e familiare di ciascuno. Così, si è mantenuta la relazione con le famiglie e con gli stessi ragazzi, al fine di non interrompere il percorso e il processo di apprendimento/insegnamento che si sono costruiti nel corso dell’anno scolastico”.
“La risposta dei ragazzi e delle famiglie – osserva la docente – è, nel complesso, positiva; certo non mancano difficoltà e qualche assenza, a cui si sta cercando una soluzione. Il problema maggiore riguarda la mancanza di dispositivi e di accesso a internet, ma già dalla settimana scorsa abbiamo raccolto le richieste delle famiglie che necessitano di avere un tablet in comodato d’uso”.