Alla vigilia del ritorno alla DaD per oltre tre milioni di alunni, con circa 350 mila docenti impegnati fare lezione anche da casa, nelle scuole pugliesi la confusione regna sovrana. All’ordinanza del governatore Michele Emiliano che come in Campania ha fermato la didattica tradizionale fino al 24 novembre anche nelle scuole primarie e medie (disposizione che non è stata presa nemmeno nelle zone ‘rosse’) e superato ampiamente le disposizioni del Dpcm del 3 novembre, sono infatti seguite due sentenze contrapposte dei Tar, con quello di Bari che ha prevalso su Lecce e costretto la giunta regionale far riaprire tutte le scuole in presenza con effetto immediato. Sulla questione è intervenuto il ministero dell’Istruzione, che dopo avere confermato le incertezze tra i genitori degli alunni, sembra volere anticipare la linea rigida governo, costo di andare in tribunale, rispetto alle regioni “ribelli”. Il MI, infatti, precisa che ha intenzione di “garantire a tutti e a ciascuno il fondamentale diritto all’istruzione, da tutelarsi anche rispetto a ogni forma di possibile arbitrio”. E per questo chiede alla Regione Puglia di modificare l’ordinanza che dà la possibilità di scegliere la DaD alla primaria e alle medie.
“Stanno pervenendo al Ministero dell’Istruzione – scrivono da Viale Trastevere – numerose segnalazioni da parte della comunità scolastica pugliese e delle famiglie che manifestano confusione e disorientamento rispetto ad alcuni contenuti dell’ordinanza emanata dalla Regione e alle pronunce di diverso segno da parte del giudice amministrativo pugliese dei giorni scorsi”.
Il MI ha deciso di rivolgersi alla Regione pugliese chiedendo che si allinei alle indicazioni del CdM.
“Nelle prossime ore, nell’ambito dell’esercizio dei consueti canoni di leale cooperazione tra Istituzioni, verrà formalizzata da parte del Ministero dell’Istruzione una richiesta di ritiro o revisione dell’ordinanza regionale che tenga conto di quanto previsto, con grande chiarezza, dal Dpcm dello scorso 3 novembre per le zone cosiddette ‘arancioni’, Puglia compresa, a tutela del diritto all’istruzione delle studentesse e degli studenti pugliesi, dell’autonomia scolastica, nonché dei principi che sono alla base del Sistema Nazionale di Istruzione”.
Senza chiarezza, sostiene il Ministero, si rischia una spaccatura. “L’obiettivo – spiegano dal dicastero dell’Istruzione – è scongiurare un insostenibile conflitto tra scuole e famiglie, alimentato da indicazioni che incentivano scelte unilaterali da parte di queste ultime sull’attivazione della didattica a distanza”.
“Una modalità – continuano dal MI – che rischia di costituire un’interruzione di quel dialogo e di quella ricerca di soluzioni condivise su cui si basa da sempre la comunità scolastica stessa, oltre che di trasformare l’Istruzione in un servizio a domanda, quale non è e non può essere, specie nella fascia dell’obbligo. A dirlo è la Costituzione, che non prevede una indiscriminata e pericolosa regionalizzazione del sistema di Istruzione”.
Il rischio delle impugnazioni in tribunale è dietro l’angolo: il ministero dell’Istruzione sostiene che “c’è la necessità di preservare l’autonomia delle Istituzioni scolastiche da interventi di dubbia legittimità e congruità previsti dall’ordinanza”.
Da Viale Trastevere anticipano che chiederanno “anche la condivisione di tutti i dati che hanno motivato la decisione regionale, insieme ad una relazione sugli interventi compiuti da parte delle autorità sanitarie e locali competenti per un’adeguata organizzazione complessiva del nuovo anno scolastico, secondo le indicazioni contenute nel cosiddetto “Piano scuola”, approvato a giugno anche dalle Regioni, Puglia compresa”.
“Relazione che dovrà contenere, inoltre, una puntuale indicazione in merito alle iniziative poste in essere per garantire modalità efficienti di organizzazione del trasporto locale correlato alle esigenze di riapertura delle scuole, all’utilizzo delle risorse stanziate e all’attuale attività di programmazione in vista del futuro ritorno a scuola anche delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria di secondo grado”.
Nel frattempo, “il Ministero ricorda che quest’anno sono stati già oltre 510 i milioni di euro stanziati per le scuole pugliesi, tra fondi per l’edilizia e risorse per l’emergenza: “lo fa in risposta alle parole pronunciate dal Presidente Michele Emiliano nei confronti del sistema scolastico e, in particolare, del Ministero stesso, accusati di non essersi preparati a sufficienza per la ripartenza e per l’eventuale ricorso alla didattica digitale, compresa quella a distanza”.
“Parole che non rendono giustizia al grande lavoro portato avanti fin qui dai docenti, dai dirigenti scolastici, dal personale della scuola tutto, compresi i funzionari e i dirigenti del Ministero e dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, che questa estate hanno lavorato incessantemente per un rientro in sicurezza e anche per preparare il sistema scuola all’eventuale ritorno alla didattica digitale a distanza”.
“A testimoniare questo impegno – si legge ancora nella lunga nota ministeriale – non ci sono solo i numerosi tavoli regionali che si sono svolti nei mesi scorsi, ma anche tutta la documentazione prodotta, comprese le Linee guida per la didattica digitale integrata fornite alle scuole già in agosto sia per poterla utilizzare, in modo complementare, fin da settembre, nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, sia per fronteggiare un eventuale ritorno alla didattica a distanza”.
Guardando ai dati, dicono ancora dal MI, “sono oltre 47,5 i milioni stanziati per la didattica digitale nelle scuole pugliesi per investimenti su piattaforme, formazione del personale, per l’acquisto di tablet, pc, connessioni, kit digitali per gli studenti meno abbienti e non solo”.
“Il fabbisogno di circa 20.000 dispositivi e strumenti digitali per studenti e studentesse in difficoltà registrato in Puglia per la didattica a distanza è stato soddisfatto: grazie alle risorse nazionali e del PON ne sono già stati acquistati, ad oggi, 27.634. E altre risorse sono in arrivo”.
“Oltre 24 milioni sono stati assegnati alle scuole della Puglia per la ripartenza, attraverso il decreto “Rilancio”. Fondi che hanno consentito di attrezzare gli edifici scolastici con igienizzanti, segnaletica, di fare piccoli interventi di manutenzione, di acquistare ulteriori strumenti digitali per le classi”.
“Altri 3 milioni erano già stati assegnati in precedenza con il decreto Cura Italia, per garantire idonee condizioni igienico-sanitarie dei locali e dispositivi di protezione e igiene personale per l’intera comunità scolastica, anche durante gli Esami di Stato del secondo ciclo”.
“Sono 155.439 i nuovi banchi monoposto, 45.269 le sedute innovative per le scuole pugliesi. Sempre per l’emergenza e la ripartenza, alla Puglia sono stati assegnati oltre 152 milioni per assumere organico aggiuntivo a tempo determinato fra Ata e docenti”.
“Quasi 34 milioni sono stati assegnati agli Enti locali per interventi di edilizia leggera, affitto di spazi aggiuntivi per l’emergenza e per il loro adeguamento all’uso per la didattica. Risorse che si sommano agli oltre 234 milioni assegnati quest’anno alla Regione e agli Enti locali per l’edilizia scolastica intesa come manutenzione straordinaria, piani di messa in sicurezza, antincendio, indagini sui solai”.
Dal Ministero, infine, assicurano che stanno “monitorando la spesa relativa ai fondi per l’edilizia leggera da parte degli Enti locali. In Puglia, ad oggi è stato speso il 61,94% delle risorse assegnate rispetto al totale. Quanto alle risorse per affitti, noleggi e adeguamento spazi, solo il 42% degli enti locali beneficiari della Regione Puglia che sono stati autorizzati ha attivato ad oggi contratti di affitto e noleggio per garantire il distanziamento imposto dall’emergenza Covid”.
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