Qualche settimana fa ho scritto questo messaggio alla Ministra tramite il canale Facebook ma non è stato neppure visualizzato.
Colgo l’occasione per girarlo anche a voi.
Gentile Ministra Azzolina,
mi chiamo Angela Di Giacomantonio e risiedo stabilmente ad Artena da quando sono nata, 45 anni fa. Ho conseguito un diploma in Ragioneria nel 1994, mai sfruttato purtroppo, all’inizio perché non né ho avuto le opportunità oggettive e poi perché ho deciso di dedicarmi a fare la mamma.
Così ho avuto due bellissimi ragazzi: una femminuccia di 12 anni , che quest’anno frequenta la seconda classe della scuola dell’obbligo di II grado, e un ragazzo di 19 anni che quest’anno dovrebbe conseguire il diploma in Enogastronomia.
Apprezzo molto quello che la squadra di Governo sta facendo in questo periodo di buia crisi in tutti i settori e sono grata di quello che avete previsto, e metterete in atto, per non far perdere l’anno scolastico a nessuno dei milioni di studenti del nostro Paese.
La mia famiglia non è benestante, ma tiriamo avanti, e seppur con mille difficoltà (mio marito è un operaio edile ed è stato messo in cassa Integrazione con il 70% dello stipendio) tutto sommato siamo riusciti a garantire ai nostri figli la possibilità di seguire le tanto discusse lezioni a distanza.
Non le nascondo che essendo la nostra una piccola realtà, le nostre scuole ci hanno messo quasi un mese e a convincere gli insegnanti e ad organizzare delle lezioni in videoconferenza a cui peraltro non tutti però hanno aderito limitandosi ahimè alla mera assegnazione di compiti. Questo ha accresciuto non poco il disagio perché già gli strumenti a nostra disposizione non sono sufficienti a seguire il programma nel modo in cui gli insegnanti si aspettano (sto aspettando risposta dalla scuola relativa alla richiesta di un dispositivo in comodato per la piccola) che richiedono talvolta la stampa e il rinvio di documenti in “pdf”, a cui non siamo in grado di far fronte, e poi perché in alcune materie io non mi ritengo in grado di aiutare mia figlia, essendo passati ormai più di 30 anni da che ne ho fatto oggetto di studio a suo tempo.
Comunque, gentile Ministra, non era per questo che ho deciso di scriverle, ma il motivo principale è che mi sto informando giornalmente sulla situazione scuola, e leggo molte notizie; alcune vere altre fake , ma comunque in nessuna delle lettere aperte che le hanno inviato, presidi, insegnanti, genitori o studenti, ho riscontrato empatia nei confronti degli alunni in gravi difficoltà. E non mi riferisco a quei studenti che volenti o nolenti non hanno raggiunto la sufficienza nel primo quadrimestre, ma a coloro che in questo inizio di secondo si sono ritrovati a dover affrontare loro malgrado una situazione più grande di loro.
Da mamma non posso non pensare che questo periodo di reclusione forzata provochi non pochi disagi ai ragazzi; penso a quelli con disabilità, che trovavano nella scuola e nel quotidiano contatto sociale una sicurezza che ora è venuta a mancare; e penso a tutti quelli che in questa drammatica situazione hanno perso o perderanno almeno un familiare a causa del Covid-19.
Alcuni di questi ragazzi potrebbero dover subire un grave lutto. Infatti, calcolando che l’età media in cui si diventa genitori in Italia è molto alta e molti potrebbero trovarsi nella fascia d’età più colpita dalla malattia, non è improbabile che qualche studente purtroppo possa trovarsi ad aver perso un genitore, come è successo proprio oggi qui ad Artena dove un papà di 4 bambini ha perso la battaglia contro il virus.
In questi casi, gentile Ministra, come pretendere da quei ragazzi che seguano ancora le lezioni o facciano i compiti? E come pretendere da quella madre di aver ancora voglia di seguire scolasticamente tutti i suoi 4 figli in modo che non abbiano lacune in materie per cui alcuni professori si sono rifiutati di fare lezioni in videoconferenza ?
E come pretendere che un ragazzo in questa situazione abbia lo spirito di affrontare un eventuale esame da maturando a giugno?
È vero che la scuola non può e non deve fermarsi, è vero che umanamente non si possono soddisfare tutte le richieste che pervengono, ed è vero che il ” 6 politico” non è giusto per tutti coloro che si sono sempre impegnati per raggiungere obiettivi più alti; ma, in questa situazione così drammatica, mi chiedo se non sia il caso di fare un passo verso una giustizia sociale più alta; se non sia il caso di rinunciare per una volta alle alte aspirazioni per favorire ed aiutare le fasce più deboli a salire sullo stesso gradino; se non sia il caso di evitare che coloro che hanno subito la perdita di una parte di mondo che lo circonda, la famiglia, gli amici, la sicurezza economica ecc., vengano sottoposti ad un ulteriore stress.
Sono certa che alla fine tutto si aggiungerà e che andrà tutto bene, ma nel frattempo, gentile Ministra, bisogna aiutare queste persone a non essere lasciate indietro.
Voi avete la pesante responsabilità di guidarci nel migliore dei modi per affrontare questo triste periodo e noi quello di impegnarci a rispettare i vostri diktat: le chiedo però di metterci in condizione di rispettare queste misure.
Ne vale il nostro futuro ma soprattutto quello dei nostri figli, che saranno la nostra eredità più grande e importante. Per questo bisogna averne cura.
Angela Di Giacomantonio