Sono un’insegnante, non avrei voluto espormi ma, devo. Lo devo ai nostri alunni, a tutti. Lo devo alla generazione di ragazzi che saranno gli adulti di domani.
Spesso leggo articoli sulla scuola, ormai pare sia una moda spargere pareri qua e là sui social, scritti da autori che palesemente non la conoscono, che conoscono invece bene i trend di critica massiccia e aprioristica che viaggiano sul web e giustamente per acquisire consensi li CAVALCANO.
Ho piacere e sento il dovere di spendere le giuste parole per spiegare chi siamo noi docenti e quale è il nostro compito nella scuola. Siamo professionisti, abbiamo studiato superato concorsi pubblici e come nessun’altra professione siamo in aggiornamento continuo. Il nostro lavoro si svolge in frontale, con gli alunni, per cinque ore al giorno (non si contemplano caffè, chiacchierate coi colleghi, momenti di rilassamento né andate in bagno) si prosegue poi con il lavoro serale di correzione compiti e predisposizione materiale didattico giornaliero, per completarsi con la frequenza dei corsi di aggiornamento. Sì, vero, abbiamo le vacanze!
Ma nessuno di tutti quelli che ci criticano con insulti annessi (e sono disposta sottoscriverlo) riuscirebbe a chiudere una settimana di lavoro frontale con le nostre classi, anche con le migliori e la colpa non è certo degli alunni. Lo stress quotidiano che viviamo a scuola è in parte determinato da una sempre crescente corrente di lassismo educativo che fa credere ai nostri ragazzi che possano permettersi di stare sullo stesso piano comunicativo degli insegnanti. Una società che non rispetta le Istituzioni Educative e Formative può declinare all’ignoranza la propria natura di autodeterminazione.
Ricordo a tutti che siamo perfettibili ma, che gli insegnanti non adeguati sono le eccezioni non la norma, e se facciamo passare ai nostri ragazzi il concetto aprioristico che “l’insegnante non capisce nulla” ogni volta che entrano in frustrazione che se moderata, è funzionale alla crescita) non ci lamentiamo se da adulti perderanno non uno ma tanti lavori perché “il capo, non capisce nulla”.
Se sin da piccoli gli abbiamo insegnato che non devono adattarsi ma imporsi anche quando non ne hanno facoltà, perderanno la possibilità di farlo quando serve e con cognizione di causa.
Hanno bisogno di Apprendere LA DIVERGENZA CONSAPEVOLE non LA CRITICA INCONSISTENTE volta all’evasione delle proprie responsabilità. Non siamo tuttologi non pretendiamo di insegnare la professione ad altre categorie, mentre tutte le altre da genitori ci vogliono insegnare come fare scuola, tralasciando il fatto che non abbiamo classi con un alunno il proprio figlio) ma siamo responsabili della formazione completa degli individui in crescita e dobbiamo garantire a tutto il Gruppo Classe (compreso il loro figlio) la competenza trasversale più importante di tutte: la competenza sociale di condivisione e collaborazione e di affermazione di sé nel contesto socio culturale di appartenenza.
Sì, abbiamo le vacanze! Ma non critichiamo chi per lavori molto meno faticosi del nostro prende stipendi stratosferici o nettamente sproporzionati al nostro che se permettete abbiamo una responsabilità professionale pari a poche altre categorie. E questo è un punto incontestabile.
Sì, abbiamo le vacanze! Ma i nostri stipendi sono rapportati solo al pacchetto lavorativo frontale e mai a quello reale e sostanziale. Abbiamo le vacanze perché siamo sottopagati e se aumentassimo le ore lavorative dovrebbero adeguare la retribuzione e questo politicamente pare non convenga!
Mi spiego meglio: dovrebbero ammettere che le attività lavorative di progettazione, programmazione e formazione che quotidianamente svolgiamo a casa (smart working) vanno retribuite e che dovremmo avere una parte di orario frontale (in classe) e una funzionale (programmazione e aggiornamento) in un pacchetto settimanale che nessuno vuole modificare, forse non siamo una categoria rilevante, non abbiamo ancora imparato a essere forti e uniti, perché SIAMO IMPEGNATI A FORMARE I NOSTRI GIOVANI.
A loro parlo e di loro mi preoccupo: siate onesti, se potete lavorate in autonomia, non caricate i vostri genitori di responsabilità che non possono supportare. In questo momento di grande crisi mettete in campo le risorse che avete, fattene un trampolino di crescita, stupite tutti quegli adulti che criticano i vostri insegnanti. Mostrateci come siete in gamba e che non c’è bisogno di insultare i docenti per giustificarvi dato che i video su tic toc (che noi adulti faticheremmo a realizzare) li sapete fare benissimo, sapete utilizzare tutti i canali social di comunicazione e siete nativi digitali.
La scuola digitale è il vostro ambito più naturale di sviluppo scolastico, stupite tutti smettendo di dire che non ci riuscite, ricordate che noi siamo gli insegnanti e lo sappiamo che non vi batte nessuno in questo campo!
Anche chi di voi non ha le risorse (come purtroppo non le ha neanche in tempi normali di “scuola classica”, non può acquistare sussidi, libri di testo, non ha gli stimoli culturali dei compagni) insieme a noi docenti, trovi soluzioni a problemi prima che lamentele, perché lo sapete noi ci siamo sempre e non vi lasceremo mai soli, siamo la “classe Docente” e lavoriamo PER voi e CON voi!. Preparatevi a diventare adulti reattivi e non passivi, formatevi, soprattutto in tempi di crisi sfruttate tutte le occasioni di crescita noi vi guideremo e insieme si cresce, sempre.
Nene sono docente ma anche mamma di tre figli e ho gli stessi problemi che hanno tutti i genitori nel seguire i miei ragazzi ma spiego loro che si cresce affrontando le difficoltà non criticando i professori perché ci fanno lavorare. Sarà proprio quel lavoro che li salverà e gli renderà la vita più comprensibile.
Maestra Caterina
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