Attualità

Didattica a distanza, quel filo diretto che non si spezza nonostante lo schermo

“Nessuna didattica a distanza potrà mai sostituire gli occhi dei mie alunni in presenza. Né mai potrà scattare, attraverso lo schermo, quella particolare alchimia di sentimenti, emozioni, pulsioni e perfino contrapposizioni che fanno dell’insegnamento un lavoro unico e straordinario”.

Rosaria Garozzo dell’IISS “De Nicola” di San Giovanni la Punta (CT)

Rosaria Garozzo

Inizia così la nostra chiacchierata, nell’ambito della nostra rubrica “La Tecnica per la scuola”, con la prof di italiano e storia, in servizio presso l’IISS “De Nicola” di San Giovanni la Punta (CT), Rosaria Garozzo: 37 anni di insegnamento e dunque quasi prossima alla pensione, sempre pronta ad accettare tutte le sfide che la scuola anno per anno ha presentato e continua a presentare.

“Qualche sbandamento, e anche forse un po’ di timore di fronte a questo inaspettato salto informatico – ammette – nelle prime settimane di chiusura forzata della scuola, il computer me lo ha dato, ma anche alle mie tre classi del triennio, per un numero complessivo di 54 ragazzi. E’ assolutamente normale, dico ora, ma quando si presentò il problema, quello appunto di continuare le lezioni, con le interrogazioni, le spiegazioni e la correzione dei compiti attraverso un video che frammentava in tanti quadratini i miei alunni, un po’ di sconforto l’ho avvertito. E come se non l’ho avvertito! Ma anche i ragazzi appresso a me”.

La volontà tipica di tanti prof

Tuttavia la professoressa Garozzo non si è scoraggiata, anzi. Con quella particolare volontà, tipica di tanti docenti, di non lasciare i suoi alunni indietro, ma di incoraggiarli, spronarli, aiutarli, infondere loro le energie per superare tutte le difficoltà, si è spesa non poco.

“E’ vero che ho seguito in passato corsi di aggiornamento nell’uso dei mezzi informatici, ma metterli in pratica sul campo e dall’oggi al domani è altra cosa. Così ho ripreso a studiare le piattaforme, i software, le combinazioni telematiche per continuare a fare da guida ai ragazzi. Provando e riprovando, sbagliando e ritentando, fino a quando sono riuscita per lo più a padroneggiare lo strumento tecnologico. Una fatica, ma alla fine il più del più è fatto”.

Le difficoltà degli alunni a seguire

Sicuramente, fa anche lei notare, alcuni alunni hanno difficoltà  a seguire le lezioni e per i motivi già da tutti i docenti, e non solo, segnalati, come l’impossibilità ad avere un pc sempre a propria disposizione, le bizze della connessione, l’accavallarsi di altre materie e dunque di altri collegamenti e così via. Condizioni queste che possono mettere a rischio di allontanamento dalla scuola proprio coloro che di scuola hanno più bisogno.

“Però – continua Garozzo – cerchiamo di superare, io con questi alunni, tali scogli anche con l’aiuto di compagni di classe più fortunati, mentre per quanto riguarda le piattaforme buon sito sta dando Zoom, dopo l’uso inziale di Argo.  E così correggo i loro compiti, che loro inviano e io rispedisco,  spiegando gli errori e quindi valutandoli. Un po’ come succedeva in classe, anche se ho notato che i miei alunni, stando a casa, stanno dimostrando più sicurezza, intervengono di più, come se fossero più partecipi, più rilassati cosa che sfrutto per il fine didattico, anche se pure a loro manca il contatto fisico. In ogni caso neppure le verifiche orali stanno subendo ritardi”.

Il tempo e l’impegno triplicati

Nota dolente è i tempo: quasi per paradosso, con la tecnologia se ne consuma il triplo, togliendolo alle sue private occupazioni.

“Preparare le lezioni per le ore in presenza è una cosa; farlo per quelle a distanza è un’altra, anche perché devo prevedere i dubbi degli alunni, cercare video esplicativi e soprattutto scrivermi una scaletta minuziosa per coinvolgerli e non stancarli. Un lavoro impegnativo, insomma, compresa la verifica sull’efficacia di quanto si è spiegato. Tant’è che il programma, rispetto al consueto, non sta subendo ritardi”.

I ragazzi riescono talvolta perfino a commuovere

E poi ci confessa: “Talvolta mi commuovo di fronte a questi ragazzi, che pur avendo poco dimestichezza con questo forma particolare di didattica, fanno il possibile per interagire. Forse perché capiscono la cui che ci prendiamo di loro e delle loro necessità. Fra l’altro abbiamo anche creato il gruppo WhatsApp per risolvere i problemi dei singoli”.

E per gli Esami di Stato prossimi? “Ce la faranno, al di là della promozione sicura. L’impegno della gran parte è encomiabile e questo va premiato”, conclude la docente.

Pasquale Almirante

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