“Il rischio per i bambini e ragazzi che non vengono raggiunti dalla didattica a distanza non è solo la perdita di apprendimento ma anche di motivazione con un concreto rischio di abbandono scolastico. Noi purtroppo registriamo sul campo molte situazioni di questo tipo. Da una nostra indagine su 300 famiglie quasi una su 3 ha difficoltà a far partecipare figli alla didattica a distanza soprattutto per mancanza di connessione e supporti informatici, in particolare se ci sono più figli in famiglia. Inoltre indispensabile raggiungere standard di qualità nella didattica a distanza”.
Così i rappresentanti di Save the Children, in audizione in commissione Istruzione al Senato sul decreto legge sulla scuola.
La didattica a distanza e il supporto dei bambini più vulnerabili sono al centro del programma “Non da soli” lanciato da Save the Children in risposta all’emergenza coronavirus, che prevede anche interventi a sostegno delle neo e future mamme e dei minori stranieri non accompagnati tra gli altri, e che ha già raggiunto più di 20.000 persone tra bambini e adolescenti, famiglie vulnerabili e docenti, lavorando costantemente attraverso tutti i suoi progetti e una rete di 41 associazioni partner sul territorio italiano.
Il programma ha previsto il riadattamento di tutti i progetti già attivi sul territorio italiano e nuove iniziative dedicate soprattutto ai minori più vulnerabili, che vivono nei contesti più svantaggiati e di marginalità sociale, esposti alle conseguenze della crisi economica che colpisce le loro famiglie e all’aumento delle disuguaglianze educative dovute all’allontanamento dalla scuola e alle disparità nell’accesso alla didattica a distanza.
Per sostenere studenti e scuole, l’organizzazione è impegnata nella distribuzione di 750 tablet e connessioni gratuite ai bambini e ai ragazzi delle famiglie più in difficoltà, per consentire loro di seguire le attività scolastiche a distanza e partecipare ad altre attività educative al di fuori dal contesto scuola