La didattica a distanza, in questa fase di emergenza del coronavirus, di sta dimostrando molto efficace per proseguire l’attività didattica con i docenti e l’unica strada percorribile. Tuttavia la scuola italiana nel suo complesso sta incontrando numerose difficoltà nella gestione della didattica a distanza perché diverse istituzioni scolastiche non erano pronte a questo nuovo modello di didattica.
Le scuole si sono trovate letteralmente catapultate in questa nuova dimensione e il personale docente sta trovando enormi difficoltà nell’affrontare questa novità che è assoluta per la scuola italiana, in quanto il CCNL del personale della scuola non prevede il telelavoro.
Ricordiamo che questo modello di didattica a distanza è stato approntato soltanto per la fase dell’emergenza del Covid-19.
Da qualche parte si sta levando la voce di voler proseguire la didattica a distanza anche quando sarà superata la fase emergenziale. Molti docenti non sono d’accordo perché il Paese non è pronto per questo modello di didattica.
C’è poi una riflessione da fare. Una cosa è fare didattica a distanza con le videolezioni, ben altra è fare lezione direttamente con gli studenti in classe. Le emozioni, i sentimenti, l’empatia che si viene a creare tra docente e alunno con la lezione in classe rappresenta un modo bello e variopinto che produce forte interazione tra il docente e l’alunno come la mimica, la gestualità, la voce, i silenzi sono tutti elementi irripetibili che fanno parte della dimensione umana.
La didattica a distanza è sempre una interazione virtuale e per quanto il docente dalla sua postazione informatica possa interagire con gli alunni che vede attraverso il monitor del computer, appare sempre una forma asettica di fare didattica, arida, priva di sentimenti ed emozioni che soltanto la vita reale, il contatto fisico può regalare.
Mario Bocola
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