Attualità

Didattica a distanza, suonare come antivirus

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di un nostro lettore, Gianluca De Lena, che racconta la sua esperienza di didattica a distanza, che sta adottando con i propri alunni.


Salve, mi chiamo Gianluca De Lena e sono un docente di pianoforte dell’indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo BRIGIDA di Termoli, in Molise.

Ho voluto rispondere con piacere alla vostra richiesta di condivisione delle proprie esperienze per raccontare quella che ho vissuto oggi, in prima persona, con i miei alunni di una classe prima, Scuola Secondaria di I grado.
L’insegnamento dello strumento musicale, in particolare del pianoforte, necessita di alcune prerogative indispensabili: il contatto visivo, l’ascolto, la possibilità di correggere alcuni elementi come la postura e la posizione delle mani, l’apprendimento empirico e la condivisione della tastiera, il feeling con il proprio insegnante.
Dovendo decidere quale mezzo utilizzare con i miei allievi per non interrompere le nostre lezioni in questo periodo di estrema emergenza, loro stessi non hanno avuto esitazione a proporre l’utilizzo di Skype.
A differenza di altre soluzioni adottate dai colleghi come Google classroom, la scelta proposta dai miei ragazzi mi è parsa subito vincente e oggi l’abbiamo sperimentata per la prima volta.
Dopo aver effettuato, nella giornata di ieri, un breve collegamento solo per verificare i rispettivi account e stabilire una connessione, oggi abbiamo svolto le lezioni come se fossimo in classe, negli stessi orari (pomeridiani) e con modalità molto utili, seppur diverse da quelle tradizionali.
Ho potuto osservare le loro mani, correggere ogni tipo di difetto sia ritmico che di lettura, nonché di postura e di errato posizionamento sulla tastiera. Loro potevano ascoltare i miei consigli, io ascoltarli suonare: tutto in tempo reale, senza nessuna difficoltà se non una piccola latenza (dovuta alle rispettive velocità di connessione).
Con facilità ci siamo scambiati immagini di spartiti e compiti di teoria svolti durante la lezione (con condivisione via chat di whatsapp), con tranquillità ci siamo sentiti “rassicurati” dallo stare ognuno nelle proprie abitazioni, nel caldo dei propri ambienti familiari, senza correre alcun pericolo di contagio.
Certo si potrà obiettare che la lezione tradizionale è un’altra cosa: senza dubbio. Ma dovendo scegliere, in questo tempo di difficoltà di durata non prevedibile, è una modalità che consiglio vivamente a tutti i miei colleghi insegnanti di strumento musicale.

Forse con il pianoforte la strada è in discesa: non c’è necessità di accordare lo strumento prima di iniziare. Ma io eviterei il “freddo” invio di registrazioni audio: manca il contatto umano e viene meno il rapporto diretto e costante con il proprio insegnante.

Per finire: venerdì sperimenterò anche la lezione di musica d’insieme con una video-conferenza di gruppo. Forse non riusciremo ad eseguire tutti lo stesso brano in contemporanea per questioni di latenza, ma almeno per un’ora, guardando i nostri volti via webcam e ascoltando le nostre voci via microfono, ci sentiremo, nuovamente e insieme, una classe.
Non sottovalutiamo l’aspetto di socialità che rischia di venire meno, stando da soli davanti ad uno schermo per molte ore del giorno.

Nei prossimi giorni verranno proposti altri webinar sul tema della didattica a distanza

Le esperienze di didattica a distanza raccontate dalla Tecnica della Scuola

Didattica distanza, l’esperienza di due licei di Catania [INTERVISTA]
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CORONAVIRUS – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

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Redazione

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