Sulla questione didattica online arrivano diversi quesiti. I docenti hanno moltissimi dubbi sulla pratica delle lezioni a distanza, proprio perché, come sappiamo, non esiste al momento una specifica normativa che regoli le attività di didattica a distanza.
Fra queste domande ne spicca una: “I docenti devono utilizzare la stessa piattaforma per le lezioni? Oppure ognuno può usare quella che vuole?”
Una delle disposizioni del nuovo decreto legge sulla scuola riguarda proprio la didattica online: in base a tale provvedimento, “in corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica – recita il decreto – il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza”. Ciò significa che le lezioni online diventano obbligatorie, almeno fino alla fine dell’emergenza.
Tuttavia, proprio per l’assenza della normativa specifica che non prevede alcun obbligo su questo tema, non esiste l’imposizione di una piattaforma per tutti i docenti. Vige, infatti, la libertà d’insegnamento per ogni docente e quindi non si può imporre una sola piattaforma.
E’ anche vero che, in moltissime scuole, se non addirittura nella maggior parte dei casi, il dirigente scolastico, di concerto con gli organi collegiali, ha indicato una piattaforma da utilizzare per le videolezioni e i docenti, sembrano apprezzare molto.
Risulta più semplice adottare tali provvedimenti magari per la scuola primaria. Il discorso diventa più difficile per la scuola secondaria di II grado: specie per gli istituti tecnici, l’utilizzo di diverse piattaforme è non solo previsto, ma risulta anche necessario dato che, per ogni tipologia di disciplina potrebbe essere indispensabile l’utilizzo di una piattaforma diversa.
D’altronde, la nota Miur con le istruzioni operative del 17 marzo scorso, riporta che “qualsiasi sia il mezzo attraverso cui la didattica si esercita, non cambiano il fine e i principi. Nella consapevolezza che nulla può sostituire appieno ciò che avviene, in presenza, in una classe, si tratta pur sempre di dare vita a un “ambiente di apprendimento”, per quanto inconsueto nella percezione e nell’esperienza comuni, da creare, alimentare, abitare, rimodulare di volta in volta“. Quindi, purché si eviti la logica del puro invio dei materiali e assegnazione compiti, i docenti possono liberamente utilizzare lo strumento e la piattaforma che desiderano per portare avanti l’attività didattica. L’importante, è mantenere un vero e proprio contatto con gli studenti.
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