I lettori ci scrivono

Didattica a distanza: un decalogo per docenti, studenti, genitori

Un MIO personale DECALOGO rivolto a docenti, studenti, genitori.

Alla luce di ciò che leggo frequentemente in questo periodo, ritengo opportuno fare alcune mie considerazioni (sono un docente/genitore…) del tutto PERSONALI sulla didattica a distanza (DAD):

  1. A MIO avviso, nel rispetto dell’art. 2 comma m del DPCM 8 marzo 2020, che riporta “i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;”, è il Dirigente Scolastico che ATTIVA la DAD, ma non è riferito alcun obbligo normativo per docenti e studenti.
  2. In riferimento a quanto sopra riportato, i docenti possono o meno facilitare l’apprendimento a distanza, mediante diverse forme di contributi digitali che possano essere utili agli studenti per accrescere la loro preparazione. Io ritengo ci sia da parte dei docenti anche un obbligo/dovere morale. Delle due l’una: o partecipiamo volontariamente alla DAD senza lamentarci, o non partecipiamo e di conseguenza non scriviamo sui social cose completamente opposte al nostro agire, tipo “siamo vicini ai nostri studenti…”, ecc. ecc.
  3. Quali strumenti adoperare per la DAD? Bisogna stare attenti all’effetto novità ed evitare atteggiamenti compulsivi e intrisi di protagonismo. Sono un formatore sulle nuove metodologie didattiche e sull’innovazione digitale, eppure mi sento di affermare che occorre distillare l’utilizzo degli strumenti tecnologici nella didattica. Un esempio? La videoconferenza: mi dite che senso ha collegarsi in modalità sincrona (quando funziona…) con 20/30 webcam dei nostri allievi quando sarebbe sufficiente attivare al massimo (basterebbe in alcuni casi solo l’audio…) quella del docente? Vi rendete conto quali e quanti sono i problemi per effettuare una videoconferenza con minimo 20 utenti? Ci sono alcune vignette umoristiche che girano su Facebook che spesso si rivelano realistiche: lo studente dovrebbe avere la disponibilità di un computer (immaginate una famiglia con un solo PC e il padre che tenta di fare smart working per campare, due o tre figli, la madre che ogni tanto deve comunicare con i parenti lontani,…), di una buona connessione, di collegarsi ad una piattaforma gratuita (mah?) che offre un servizio decente, di informare i familiari dall’astenersi dal dire parolacce o girare per casa in abbigliamento intimo, di saper far funzionare microfono e webcam, e una altra miriade di problemi che sono facilmente individuabili.
  4. Per quanto ho scritto al punto 3, eludiamo quindi ubriacature di comunicazioni sincrone evitando così di trasformare una opportunità in disastro: non carichiamo di compiti i nostri allievi (che anche loro stanno vivendo un periodo sconvolgente, figuratevi che ce lo scrive anche il Ministero!); non vale l’assioma che più compiti assegniamo ai nostri studenti e più siamo docenti in gamba. Privilegiamo l’aspetto umano rispetto a quello didattico.
  5. Mi dite dove sta scritto che il docente deve svolgere la DAD nel rispetto dell’orario delle lezioni? E se ho problemi di connessione? E se i miei alunni non si presentano agli incontri sincroni? E se impiego 30 minuti per avviare il tutto e ho un’ora sola di lezione , dopo mando tutto al diavolo? Se esistono scuole che impongono questi sistemi, il non adeguarsi non potrà, a mio modesto avviso, comportare conseguenti provvedimenti disciplinari. Cosa scriveranno ? A norma dell’art. ??? del Decreto ??? la S.V. ha omesso ???. Non propongo ammutinamenti, non è nel mio stile di dipendente statale, ma ripropongo la lettura del suddetto punto 2.
  6. Leggo di docenti che firmano il registro elettronico. Premesso che siamo maggiorenni e possiamo fare ciò che riteniamo opportuno, ma mi dite PRATICAMENTE perché dobbiamo firmare una presenza che realmente non c’è? Quindi, cosa fare? A MIO modesto avviso (e sottolineo MIO), il registro elettronico è sicuramente un punto costante di riferimento per studenti e genitori (altrimenti perché utilizzarlo?), e quindi potrebbe essere utile, se rispettiamo il suddetto punto 2, assegnare attività e compiti per consentire una maggiore pianificazione delle attività di studio ai nostri allievi. Nel registro della mia scuola per far ciò è necessario prima firmare, poi riportare le attività precedute da “DAD” o “E-learning”, e successivamente eliminare la firma (la cui spunta da verde diventa gialla) per sottolineare che non trattasi di attività in presenza.
  7. Evitiamo ulteriormente di legiferare (la nostra legislazione scolastica è già una giungla!) o di condividere notizie e/o affermazioni che sono fake news o bufale. Verifichiamo prima la fonte e a tal proposito è possibile consultare sul web un vero e proprio decalogo che permette di riconoscerle (competenza necessaria per un docente).
  8. Problema valutazione apprendimento a distanza. Premesso che esiste nella scuola reale di tutti i giorni “normali” di assegnare compiti, esercizi, ricerche da svolgere a casa e restituire a scuola, desidero fare riferimento alla C.M. 94 prot. n. 6828 del 18 ottobre 2011 (avete letto bene: 2011!!!) che cita testualmente “…Va, comunque, sottolineato che la valutazione è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente e che le istituzioni scolastiche potranno individuare e adottare, nella loro autonomia e nell’ambito delle prove previste per ciascun insegnamento (scritte, orali, pratiche e grafiche), modalità e forme di verifica che ritengano funzionali all’accertamento dei risultati di apprendimento, declinati in competenze, conoscenze e abilità, di cui ai Regolamenti di riordino e al D.M. 139/2007 relativo all’obbligo d’istruzione. Ciò significa che, anche nel caso di insegnamenti ad una prova, il voto potrà essere espressione di una sintesi valutativa frutto di diverse forme di verifica: scritte, strutturate e non strutturate, grafiche, multimediali, laboratoriali, orali, documentali, ecc.”. Rileggete attentamente le diverse forme di verifica…”multimediali”… E’ ovvio che, in base all’autonomia professionale, si potrà assegnare un compito online, esaminarlo e correggerlo, e poi valutarlo (..anche in modalità giudizio senza necessariamente assegnare un voto… Diceva sapientemente Totò “Siamo uomini o caporali?) secondo criteri predefiniti. Al rientro in classe (speriamo al più presto…) si potrebbe poi prendere spunto dalle consegne per verificare l’originalità della produzione e l’assenza di plagio, e eventualmente assegnare un voto (sempre a MIO avviso). L’obiettivo primario nel processo insegnamento-apprendimento non è sparare voti a tutti i costi, ma contribuire alla formazione dei discenti.
  9. L’ultimo DPCM ha stabilito quali attività commerciali possono restare aperte. Tra queste risultano le edicole, in quanto viene citato testualmente che “l’acquisto dei quotidiani e dei periodici è ritenuto una “necessità”, quindi anche gli spostamenti da e per le edicole, che li vendono”. Facciamo comprare ai nostri alunni un bel libro e invitiamoli alla lettura. Ciò avrà un duplice scopo: accrescere la loro cultura e distrarli dai problemi quotidiani!
  10. Preoccupatevi, infine, di scrivere, comunicare, riferire, informare studenti, amici, conoscenti e non, di RESTARE A CASA!!!! Vogliamo uscire da questo inferno? Allora restiamo a casa e azzeriamo i contagi.

Claudio Rosanova

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