I lettori ci scrivono

Didattica a distanza, un’esperienza di Pratica strumentale alla primaria

Insegno alla primaria presso la direzione didattica Nicolò Garzilli di Palermo.
Per tanti anni ho prestato servizio come insegnante elementare su posto comune; da sei come specialista di musica, in seguito all’accreditamento della scuola in ambito regionale, ai sensi del D.M. 8/2011 per l’insegnamento della pratica musicale nella scuola primaria. Lavoro a partire dalla classe terza, per un intero triennio, fino alla quinta elementare, su due tipologie di pratica, quella strumentale (pianoforte) e quella di musica d’insieme.
Il decreto prevede che le lezioni di strumento siano collettive, con piccoli gruppi di 3/4 bambini al massimo, mentre quelle di musica d’insieme con gruppi più numerosi (noi siamo in 13/14).
Per comodità, in riferimento alla pratica strumentale, ho organizzato gruppi di livello.
Cercando di far fronte all’emergenza attuale, insieme a genitori e alunni, abbiamo messo in atto quelle modalità previste dalla didattica a distanza, per proseguire il percorso già avviato, col desiderio di non perdere la continuità che ha caratterizzato il segmento precedente e soprattutto l’entusiasmo e la voglia di fare.
Come premessa a tutto ciò di cui parlerò a breve, desidero esprimere un pensiero: credo molto nella didattica in presenza, didattica fortemente caratterizzata da quella parte “occulta”, che nessun mezzo tecnologico potrà, a mio parere, mai sostituire nella relazione docente-alunno. Pertanto descriverò di seguito una “lezione tipo” di strumento, ma con i limiti di cui noi insegnanti siamo a conoscenza.
Per iniziare, carico su piattaforma gli spartiti dei brani che intendo proporre (spartiti diversificati a seconda dei livelli raggiunti dai singoli alunni). I bambini hanno in questo modo sia la possibilità di stampare lo spartito, sia di cominciare, in qualche modo, ad analizzarlo, prima della lezione.
All’orario convenuto, ci si incontra su G. Meet e si procede all’analisi del brano, con l’individuazione delle sue caratteristiche: tempo, andamento, numero di battute, alterazioni, eventuali ritornelli, ripetizioni melodiche, diteggiatura e posizione sulla tastiera, …A tal fine utilizzo la funzione di condivisione dello schermo. Successivamente propongo la lettura parlata, alternando i bambini ogni due battute. Fatto ciò, eseguo il brano sullo strumento, fermandomi ogni tanto e chiedendo ai bambini di indicare il punto esatto di arresto. Tale pratica li motiva a seguire la linea melodica e consente loro l’esercizio della lettura.
A questo punto i bambini silenziano i microfoni ed iniziano lo studio individuale sulla tastiera, accompagnandosi col canto; ciò mi consente in tempo reale, laddove si riscontrassero dubbi e/o difficoltà, di:
– dare indicazioni precise, proprio nella fase iniziale di studio del brano, evitando così la fissazione di errori, si sa, difficili poi da eliminare;
– alternarmi con i bambini, suonando parti del brano;
– eseguire, anche in forma responsoriale, segmenti melodici del brano;
In più, i bambini possono vedere ed ascoltare il compagno che esegue lo stesso passaggio e scambiarsi suggerimenti.
Ovviamente avranno una settimana di tempo per esercitarsi al meglio, prima della lezione successiva.
Spesso i brani prevedono una base musicale preregistrata di accompagnamento. Pertanto, nel momento in cui si sentono sicuri, i bambini potranno suonarci su, “dal vivo” col proprio strumento, sostituendo, in qualche modo, quello che prima era l’accompagnamento in presenza da parte mia.
Un forte limite di comunicazione, giusto come accenno, per la pratica della musica d’insieme, in quanto, oltre al maggior numero di bambini per gruppo e ai classici problemi legati alla qualità della connessione, le mancate sincronizzazioni tra audio e video, rendono il tutto davvero difficile se non impossibile.

Maria Antonietta Cascio

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