Da tempo si parla di didattica attiva, ma cosa significa davvero? Cosa dovrebbero riuscire ad attivare i docenti negli studenti? Come garantire la loro attenzione durante le lezioni? Si tratta di qualcosa di cruciale che merita una profonda riflessione. VAI AL CORSO
La strada maestra per conseguire tali risultati prevede come elementi centrali i metodi attivi. Stiamo parlando di interazioni dinamiche, piccole animazioni e mini role-playing, attivazioni del corpo, cooperative learning, tutte tecniche semplici che un insegnante può introdurre gradualmente nelle sue lezioni.
L’insegnante che “attiva”, sollecitando parti diverse del cervello, alza il livello di attenzione e di curiosità al conoscere, stimola il sistema nervoso e riduce i momenti in cui la sola parola monocorde produce pensieri fluttuanti e vaghi. Mappe e tecniche del corso sono provenienti dalla psicologia sociale, dalla neurobiologia interpersonale e dalla pedagogia attiva.
Per attivare concretamente il cervello degli studenti, possiamo dire che sono tre i centri di attivazione per rendere attivi gli studenti:
Tuttavia, è bene specificare che non esiste un solo modo di attivare il cervello degli studenti allo scopo di renderli partecipi durante la lezione e migliorare l’apprendimento. infatti, possiamo rintracciare fino a 10 metodi attivi:
Su questi argomenti il corso La lezione attiva, a cura di Pino De Sario, in programma dal 23 gennaio.
La Tecnica della Scuola, che opera nel settore scolastico da oltre 70 anni al fianco di docenti e personale, dal 2012 è ente di formazione accreditato dal Ministero dell’Istruzione. La Casa Editrice propone un’ampia offerta formativa tra webinar dedicati ai docenti che vogliono aggiornarsi o approfondire specifiche tematiche, percorsi in e-learning, certificazioni, corsi rivolti alle scuole e corsi di preparazione ai concorsi per aspiranti docenti e dirigenti.
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