Lezioni frontali, nessuno spazio per il dibattito, estrema distanza tra docente e alunni: un approccio del genere scuola può causare noia e nessun interesse negli studenti verso i contenuti delle lezioni. Perché non attuare una didattica attiva e partecipata, dove gli allievi collaborano e diventano parti attive del lavoro svolto in classe? Molto si può fare in questo senso, con buoni risultati in termini di motivazione. VAI AL CORSO
Un aspetto importante su cui, però, i docenti interessati a stimolare la motivazione devono essere preparati è la gestione dell’incertezza legata a eventuali cambiamenti nell’attenzione, negli interessi e nelle abitudini dovuti all’emotività.
I docenti devono anche tenere a mente che è importante sviluppare negli allievi competenze non solo strettamente legate alle discipline da apprendere ma anche emotive e metacognitive. L’obiettivo di questo tipo di strategie è rendere consapevoli gli alunni dei loro punti di forza e debolezza nello studio e nella vita sociale.
Gli approcci che risultano funzionali in questo senso sono:
Su questi argomenti il corso Metodologie didattiche attive e motivanti, in programma dal 25 ottobre, a cura di Giovanni Morello.
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